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No Interview – Il vento raccontato da Murubutu

murubutuL’ultimo lavoro di Murubutu, aka Alessio Mariani, si intitola L’uomo che viaggiava nel vento e altri racconti di brezze e correnti. Un concept album in cui il vento è il comun denominatore. 14 brani, 14 rap-conti nei quali la musica rap incontra la letteratura.

Ho intervistato Murubutu.

 

Comun denominatore di questo concept album è il vento. Tra le varie similitudini, parli del vento come “medium narrativo”. Ti va di spiegarcelo meglio?

Il vento è come un viandante che attraversa tutti i luoghi descritti e raccoglie le storie del mondo per conservarle in eterno. È nel contempo                                                         personaggio, elemento del paesaggio e linea di continuità fra storie                                                                diverse. 

In questo album hai collaborato con Dia, Amelivia, ma anche Dargen D’Amico, Ghemon e Rancore. Possiamo definire questi ultimi come esponenti di un rap più “d’autore”?

Certo, sono tra le migliori penne d’Italia per quanto concerne la scena hip hop. Per questo ho voluto che fossero nel mio album, per dare un segnale alle giovani generazioni che ascoltano questo genere: si può fare rap anche attraverso una scrittura di qualità.

“Grecale” è un bellissimo pezzo accompagnato dall’uso del piano, scelta abbastanza inusuale nella musica rap…Sei d’accordo?

No, in realtà esistono molti pezzi rap con campionamenti di pianoforte. Forse è una cosa meno evidente negli ultimi anni perché si fa un minor uso del campionamento.

Le copertine dei tuoi album raccontano già molto di quello che si andrà ad ascoltare, sembrano dei quadri in miniatura. C’è anche la tua mano?

Le copertine dei miei ultimi due album sono a cura di un giovane e talentuoso fumettista torinese: Capitan Artiglio. Io traccio degli schizzi per fargli capire la mia idea e lui realizza tutto in autonomia.

Oggi la scena hip hop riveste un ruolo importante nella discografia italiana. Spesso, però, pare che la sostanza dei contenuti venga tralasciata a favore delle vendite. Cosa ne pensi?

La musica hip hop non è mai stata particolarmente brillante a livello di contenuti. Più che altro ha sempre privilegiato l’intrattenimento, la tecnica e i soliti macroargomenti rispetto ai concetti. Il fatto che i contenuti vengano tralasciati a favore delle vendite è tratto comune a tutti i generi.

Sei laureato in filosofia. Quanto incidono i tuoi studi nella stesura dei testi?

La filosofia mi influenza solo indirettamente nella scrittura. La mia prima principale fonte di ispirazione è la narrativa.

 

Written By

Cinzia Canali nasce a Forlì nel 1984. Dopo gli studi, si appresta a svolgere qualunque tipo di lavoro, ama scrivere e ha la casa invasa dai libri. La musica è la sua passione più grande. Gira da sempre l'Italia per seguire più live possibili, la definisce la miglior cura contro qualsiasi problema.

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