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No New – “Ritratto di Bombay” è il nuovo disco di Bombay: l’imperfezione che conquista

Ritratto di Bombay è il nuovo disco di Bombay. Dopo l’omonimo album d’esordio del 2015 e “Numero 2” del 2016, quest’ultimo lavoro vede la presenza di un vero e proprio studio di registrazione, il Monkey di Roma, e di un produttore come Lucio Leoni. 

 

Cominciamo subito con serietà…Bombay come il gin?

Oh yes! Il gin quello caro, bello, con la bottiglia blu.

 “Ritratto di Bombay”, il tuo terzo disco, che profumo ha?

Profuma di libertà e spensieratezza, perché sono diventato papà, le priorità sono cambiate e anche la scala di valori e della felicità. È diverso il tempo che dedico a suonare e a me stesso, perché adesso devo cambiare pannolini e fare i bagnetti. Ma nonostante le notti in bianco ho scritto tantissime canzoni, alcune sono finite nel disco e altre non ce l’hanno fatta, ma le custodisco per il futuro. Il disco poi profuma di Bombay perché è molto simile agli altri due, anche se questa volta sono andato in un vero studio di registrazione e ho coinvolto un vero produttore e amico, Lucio Leoni, che ha sparso magia qua e là valorizzando le idee originali e definendo meglio i contorni. Sono canzoni meno sospese e più dirette che arrivano dritte nelle orecchie con la giusta urgenza. La voce è sempre un po’ stonata ma meno rispetto al passato perché ho preso delle lezioni di canto.

Lucio Leoni, come hai già accennato, ha registrato, missato e masterizzato il tutto. Com’è andata?

Benissimo. Inizialmente lui voleva fare un disco suonato con tutti gli strumenti canonici, ma io l’ho fermato e gli ho detto che avrei fatto il disco voce e chitarra, perché questo sono e così suono in giro. Lui ha detto ok e allora abbiamo lavorato su piccoli dettagli, riverberi, raddoppi di voci, delay e piccoli tocchi che rendono il disco sicuramente meglio prodotto rispetto a quelli vecchi, ma che non distraggono l’ascoltatore e non storicizzano eccessivamente il disco. In realtà è stato tutto molto rapido, abbiamo fatto il disco in due pomeriggi, perché Lucio è molto bravo (e pieno di lavoro) e perché così è Bombay, nasce dall’urgenza di liberarmi e di andare avanti.

 

 

Un intero disco voce e chitarra, una cosa oramai talmente lontana dal panorama musicale d’oggi che la definirei commovente, nel senso ovviamente più bello del termine…

Io lo trovo coerente con quello che sono. Io suono voce e chitarra ai concerti, le canzoni le scrivo per voce e chitarra e mi piace che sia così. Poi c’è da dire che a me il pop italiano contemporaneo, tolte alcune eccezioni, non piace e fare un disco che strizzasse l’occhio a un genere che non ascolto o apprezzo lo avrei trovato sbagliato. Abbiamo lavorato molto bene e sono soddisfatto del risultato.

Come prendono forma di solito i tuoi pezzi?

Prendo la chitarra e inizio a suonare e dopo un po’ che strimpello escono le parole giuste e le melodie in un flow molto semplice e naturale. Mi viene facile comporre, meno facile ricordarmi le cose che scrivo, per questo ho sempre sottomano registratore e bloc-notes per appuntarmi le idee. A volte l’ispirazione mi viene mentre vado o torno dal lavoro in bicicletta. È come se pedalare e sudare mi portasse in uno stato di trance che libera le idee.

La copertina ricorda certe foto di Luigi Tenco. Scelta non casuale, giusto?

La copertina è una citazione di un disco di un famoso cantante italiano, non è Tenco ma Gianni Morandi, e la copertina è proprio quella del suo disco “Ritratto di Gianni”. L’idea è venuta ad Alex, il chitarrista dei Masoko, che dice che assomiglio a Morandi, la cosa ci ha fatto tanto ridere e allora ho detto ma facciamolo dai!

Domanda Nonsense: ho letto che ti sposti prevalentemente in bicicletta… di sera sono sufficienti i fanali o è meglio indossare anche un bel gilet rifrangente?

Il casco! Il casco è importante! Poi anche i fari posteriori e anteriori. Andare in bicicletta è meraviglioso, salubre e giusto. Il futuro sarà delle biciclette, soprattutto nelle città dove oggi non si respira più aria pulita e siamo sommersi dalle autovetture. Oramai non c’è strada che non sia invasa dalla macchine parcheggiate ovunque, è una cosa che mi fa arrabbiare tantissimo. Su Twitter pubblico spesso i miei consigli per i ciclisti urbani, consigli che sono basati sulla mia esperienza quotidiana.

 

 

Intervista a cura di Cinzia Canali

 

 

Written By

Cinzia Canali nasce a Forlì nel 1984. Dopo gli studi, si appresta a svolgere qualunque tipo di lavoro, ama scrivere e ha la casa invasa dai libri. La musica è la sua passione più grande. Gira da sempre l'Italia per seguire più live possibili, la definisce la miglior cura contro qualsiasi problema.

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