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No Report – Alessio Bondì porta a Catania i colori della sua Palermo

Alessio Bondì si è esibito al Piccolo Teatro di Catania per la rassegna MIT Musica Intrattenimento Teatro, portando in scena i colori della sua Palermo.

Sul palco arriva da solo, per una partenza intima col suo pubblico, ma subito dopo appare Fabio Rizzo, che lo accompagnerà per tutto il live.

Dopo “In funn’o mare” e la splendida “Di cu si” ci saluta e ci dà il benvenuto al suo spettacolo. Per conquistarsi il pubblico catanese, città con cui la sua Palermo è rivale da secoli, comincia con un “Viva Sant’Agata” e il pubblico è già conquistato. Si prosegue con “Wild Rosalia” e “Sfardo”, per poi tornare a parlare con la platea spiegando di essere il classico palermitano che non sa nulla del catanese.

Si dice che le balate della Vucciria non si asciugano mai e Bondì usa questa credenza popolare per parlarci del mercato più famoso di Palermo, “che adesso ha cambiato look, aprendo anche la notte da ormai dieci anni, con luci al neon e birra economica, una sorta di democrazia sociale dove tutti stanno con tutti, dove anche uno studente di lettere può parlare con uno di ingegneria” (il pubblico ride ormai divertito a tutte le sue storie). All’interno di questo mercato spesso si vedono comparire dei personaggi ben noti, i tasci (ci chiede come si traduca in catanese tascio), coloro che vincono sempre, si credono bellissimi e cercano l’amore sui loro zip modificati. Ci presenta così il suo brano “Vucciria”, che racconta di una rissa tra tasci. Torna poi a parlarci delle cose che conosce di Catania e tra queste c’è una canzone catanese, di cui però non riesce ad imparare l’accento e che, quindi, verrà eseguita in palermitano, con tanto di scuse verso il pubblico. Si tratta di “Stranizza d’amuri” del maestro Battiato, che il pubblico accompagna in coro.

Più il live di Alessio Bondì va avanti e più abbiamo la sensazione di passeggiare in Vucciria in una serata di primavera. I suoni evocano un folk nostrano, accompagnato da una poetica che affonda le proprie radici nella canzone popolare, modernizzandola e facendola propria.

Bondì prosegue raccontandoci dei suoi tempi bui, di quando nessuno commentava e rispondeva su facebook, periodo in cui ha scritto una canzone dal forte contenuto sciamanico, una vera canzone di odio, “Iccati sangu”, confidando al pubblico che, se lui pensa a qualcuno, poi questo qualcuno muore. Tutti ridono.

C’è anche spazio per nuovi brani e per la splendida “Granni granni”, dedicata alla madre.

Alessio Bondì è la prova dell’universalità della musica, della capacità di farsi capire anche fuori dalla Sicilia, addirittura fuori dall’Italia, grazie all’abilità nel trasmettere emozioni ed immagini grazie alla musicalità del siciliano e ad un’ottima capacità di intrattenimento. Sicuramente sentiremo a lungo parlare di questo grande rappresentante della nuova scena palermitana.

Report a cura di Egle Taccia

Foto di Serena Costantino

Written By

Egle è avvocato e appassionata di musica. Dirige Nonsense Mag e ha sempre un sacco di idee strambe, che a volte sembrano funzionare. Potreste incontrarla sotto i palchi dei più importanti concerti e festival d'Italia, ma anche in qualche aula di tribunale!

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