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No report- Il Druso di Bergamo si tinge di rock con Motta

Ebbene sì. Dopo il bellissimo concerto di Elisa a Milano io e Maddalena siamo tornate di corsa a Bergamo per poter assistere anche ad un altro concerto, quello di Motta.
Un’altra serata azzeccatissima per il Druso Circus di Ranica (BG) che con il suo venerdì Indie sta portando interessanti artisti della scena musicale indipendente italiana a Bergamo. Venerdì 25 novembre è stato il turno di Motta che sta facendo girare il suo ultimo lavoro “La Fine Dei Vent’Anni” per i club italiani in questo freddo inverno. Il locale, come si poteva facilmente immaginare, era pienissimo e, complice anche la pioggia incessante, rendeva quasi difficile stare all’interno del Druso super affollato. Ad aprire Motta c’era Trevisan, cantautore tutto bergamasco con il suo disco d’esordio “Questa Sera Non Esco”.
L’attesissimo Francesco ha iniziato verso mezzanotte e subito alle mie orecchie, ed anche a quelle di chi come me ha già avuto modo di sentire più volte un suo live, è stato evidente un cambiamento vistoso in scaletta: tutti ci aspettavamo che lo show iniziasse con le note di ” Prenditi Quello Che Vuoi” ed invece quelli che per tutta l’estate sono stati i primi pezzi in scaletta si sono trasformati negli ultimi.
Tra i primi ” Mio Padre Era Un Comunista” ( con annessa battuta sul fatto se si potesse dire la parola comunista in territorio bergamasco), ” Abbiamo Vinto Un’Altra Guerra” e, bene o male, tutte le canzoni contenute nell’album. Ma questa volta ha voluto farci un piccolo regalo, anzi due: tra una canzone e l’altra del nuovo disco ha eseguito anche “Cambio faccia” e ” Fango”, due brani dei Criminal Jokers ovvero la band in cui suonava prima di intraprendere il percorso solista.
Io, che sono sempre sottopalco, adoro osservare come gli artisti si comportino di volta in volta sul palcoscenico, come interagiscono con il pubblico ma anche e soprattutto con gli altri membri della band. Motta era felice e coinvolto. L’ho visto avvicinarsi al chitarrista ed urlargli nell’orecchio “Che bomba!” sorridendosi a vicenda. E più di una volta l’ho visto andare ad abbracciare tastierista, batterista, bassista, insomma tutti quelli che stavano facendo festa sul palco insieme a lui. Ecco, queste sono cose che mi invogliano a stare ad ascoltare quello che l’artista ha da dirmi.
Nonostante la stanchezza dovuta a ben due concerti uno dopo l’altro intermezzati soltanto da un viaggio in autostrada sotto il diluvio, sono riuscita a seguire tutto il concerto nelle immediate vicinanze del palco ed a divertirmi come sempre.
Il tutto è finito verso l’una e mezza, dopo le varie uscite di scena ed i ringraziamenti. A quel punto, stanca morta e pure gocciolante di pioggia per i cinque minuti in cui ero uscita a prendere una boccata d’aria, me ne sono tornata a casa.
Ed ecco che è successo quel che mi accade sempre dopo un concerto di Motta: una frase, un refrain di una canzone appena ascoltata, e di solito nemmeno della mia preferita, si infila nella testa e mi accompagna per tutta la notte, e forse anche fino al giorno successivo. Inutile qualsiasi tentativo di cacciarla.
” … di alzarmi non ho voglia, oggi non combatto con nessuno..”
Va benissimo così.

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