Esce ‘La base’ di Gianni Carboni, un album pacatamente ribelle che non ha paura di suonare diverso!
L’8 dicembre 2018 sarà una data spartiacque nella vita artistica di Gianni Carboni. Artista emergente sardo, dal passato rock e “chitarroso” – come lui stesso lo ha definito – volta definitivamente pagina con il suo nuovo album ‘La base’, che lo proietta verso una placida rivoluzione personale che rischia di lasciare davvero il segno, un bel segno in un oceano di omologazione.
Nella biografia di Gianni Carboni d’ora in avanti rimarrà scolpito un anno zero, un evento infiammante ed imperversante della sua vita, un punto che la dividerà in prima e dopo: ‘La base’, il suo secondo album da solista.
Disponibile in tutte le piattaforme web oltre che in formato fisico sul suo sito internet, l’album del cantautore è stato anticipato dal videoclip del singolo omonimo e promette di rappresentare una vera voce fuori dal coro di un mercato discografico attuale che, salvo eccezioni, va verso una progressiva e inesorabile normalizzazione al ribasso, oltre che appiattimento delle idee e delle sonorità.
Un disco a tratti pop, ma che si discosta da quest’ultimo in un ossimoro musicale che lascia senza fiato. Estremamente più coraggioso del suo predecessore, ‘La base’ si compone di 13 tracce e contiene per la prima volta una cover – anch’essa sovversiva – che accompagnano l’ascoltatore in un viaggio sonoro che non lascia distrazioni.
Anche sui testi il cantautore sardo cerca di alzare l’asticella, alternando leggerezza a profondità e a tratti enigmaticità.
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Le logiche del mercato vengono rispettate col giusto livello di rischio di chi vuole giocare tutte le sue carte. Ne ‘La base’ si parla di incoerenza, di città frenetiche, di cambiamenti, di contraddizioni, di tumori, di vincere perdendo, di bambini che sorridono e anche di mafie. C’è davvero di tutto ed è difficile non rimanere colpiti dalla completezza del prodotto.
Un cantautore che incontra l’elettronica e la modella a suo uso e consumo, senza la pretesa di essere necessariamente capito. Un disco impegnato che impegna, prodotto in quasi tre anni di lavoro. Un lavoro raffinato e dettagliato, con tanti cambi di scena che non annoiano ma, anzi, elettrizzano l’orecchio e la mente.
E allora buon viaggio con ‘La base’.