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“Bestiario d’amore”, filosofia e sentimento nelle ballate medioevali di Vinicio Capossela [Recensione]

“Bestiario d’amore”, l’ultimo lavoro di Vinicio Capossela, è un album che si colloca in maniera assai particolare all’interno della discografia del musicista irpino: pubblicato lo scorso 14 febbraio 2020, questo atipico EP si contrappone assai nettamente alla banalizzazione commerciale purtroppo ormai tipica della festa di San Valentino, parlandoci di amore con sofisticata grazia e riportandoci a tempi lontani, in cui la nobile arte della scrittura riusciva ad esprimere in maniera colta e profonda le dinamiche del sentimento.

Capossela, insieme alla Bulgarian National Radio Symphony Orchestra diretta da Stefano Nanni, nella prima metà dell’album traspone in musica il “Bestiaire d’amour”, poema lirico ad opera del filosofo medioevale Richard de Fournival: anticipato dalla breve ouverture “Bestiis opertūra”, il “Bestiario d’amore” di Vinicio Capossela è un lavoro perfetto sotto l’aspetto musicale e filologico. Accompagnato dalle magnifiche musiche dell’orchestra, Capossela si trasforma in un suadente e raffinato trovatore, che incanta l’ascoltatore introducendolo in un mondo fantastico, ricco di colori ed allegorie, in cui il tema dell’amore e delle dinamiche umane desta nell’ascoltatore una meraviglia tale, da poter paradossalmente parlare di sacro stupore suscitato da questa autentica chanson profana.

Alla banalizzazione contemporanea, l’opera di Capossela contrappone l’idealizzazione, anzi, l’ideale autentico dell’amore come forza primordiale. Esso è difatti  celebrato non tanto nell’esaltazione della persona amata, quanto descrivendone le dinamiche e le forze interiori in grado di trasfigurare ed elevare sia il sentimento stesso, sia colui che lo prova. Gli oltre dieci minuti del brano passano in un baleno, e vorremmo ancora lasciarci “imbestiare” per ore.

La seconda parte del “Bestiario”, contiene altre due chanson più brevi, ricavate secondo le parole di Capossela “da liriche trobadoriche, a conferma del fatto che l’unica cosa che conta è essere trovati”. Alle parole di Vinicio possiamo solo aggiungere che “La lodoletta” e il “Canto all’alba”, brani tematicamente uniti dal fatto che tradizionalmente è proprio il dolce canto dell’allodola – uccello simbolo del bene – ad annunciare il sorgere del sole, rappresentano un’outro soave, con la quale il cantautore sembra condurci dolcemente al di fuori di quel sogno colorato, infuocato e perturbante  rappresentato dal bestiario.

Impreziosito  dalle pregevoli illustrazioni di Elisa Seitzinger, che ha di fatto trasformato il booklet in una sorta di codice miniato contemporaneo, il “Bestiario d’amore” di Vinico Capossela è tutt’altro che un’uscita minore destinata ai fan dell’artista: partendo dal già ottimo lavoro svolto nel recente “Ballate per uomini e bestie”, Capossela con il “Bestiario” si è concesso una piccola ma importante divagazione, caratterizzata da un importante lavoro di ricerca musicale e filologica, che ci fa in parte ripensare al lavoro svolto da Umberto Eco per romanzi come “Il nome della Rosa” o, soprattutto, “Baudolino”.

Un’opera d’incredibile fascino da cui lasciarsi incantare.

 

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