Abbiamo incontrato Marco Massa per parlare del suo singolo “Era Maggio”, brano che il cantautore dedica alla propria madre preoccupata per le sue sorti, quando decide di cambiare improvvisamente vita e di intraprendere un nuovo percorso lontano dalle sicurezze del nucleo familiare.
Il cantautore MARCO MASSA nasce a Milano il 5 marzo 1963. Nel 1997 pubblica il suo primo EP, “Come Un Tuareg”, e due anni dopo, nel 1999, vince il premio “Città di Recanati”, ora Musicultura, per la canzone “Come Un Tuareg”. Nel 2009 pubblica “Nelle Migliori Famiglie”, il suo primo album in cui tratta temi quali la famiglia, l’amicizia e la paternità, mentre con “Io Sono Freak”, secondo album in studio pubblicato nel 2011, sposta l’attenzione su tematiche sociali, esprimendo rabbia verso la società. In quello stesso anno vince il premio “Sergio Endrigo” per il brano “Cara Milano”. Nel 2012 pubblica il suo primo album live “A volte arriva il Jazz”, registrato presso il Blue Note di Milano con ospiti quali Francesco Baccini, Renato Sellani, Tullio De Piscopo, Armando Corsi e Massimo Moriconi. Ma non solo musica: nel 2015 porta in scena, insieme alla cantante jazz Tiziana Ghiglioni, “Almost Chet”, spettacolo multimediale dedicato a Chet Baker, e in quello stesso anno vince Premio Taomoda Awards: Music & Social per il suo impegno dimostrato con lo spettacolo “Clandestino”, creato insieme all’attore e amico Danilo Da Rodda, realizzato completamente al buio presso l’Istituto dei Ciechi di Milano. Nel 2016 esce “Sono Cose Delicate”, il suo ultimo album, anticipato dal singolo “Con il fiato corto”. Due anni dopo, l’artista pubblica il video del brano “Boxeador”, interamente girato a Cuba con la partecipazione dell’iconico pugile dell’Havana Osmany Barcelay. A Settembre 2022, Marco ha lanciato “Nonostante tu Nonostante io”, brano distribuito da Believe ed arrangiato dal direttore d’orchestra Marco Grasso, che ispirandosi ad artisti come Jan Bang e Jon Hassel, rimane intriso di sonorità Nord Europee. L’ultimo brano “Cara Milano”, uscito questo gennaio, è una rivisitazione dell’omonima canzone con cui l’autore vinse il Premio Sergio Endrigo nel 2011. Marco Massa canta con nostalgia la sua Milano ormai dimenticata, sacrificata a favore del forsennato progresso degli ultimi anni.
Ciao Marco, ci spiegheresti meglio il brano “Era Maggio” ed il messaggio che vorresti trasmettere con questa canzone?
«Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece infelice a modo suo» Lev Tolstoj.
“Era Maggio” è una lettera canzone scritta a una madre preoccupata delle sorti del proprio figlio che decide di cambiare improvvisamente vita, intraprendendo una strada più complicata di quella percorsa fino a quel momento, “in sicurezza”, vicino e protetto dalla propria famiglia. Le scrissi questa lettera, sperando di alleviare le sue preoccupazioni per il mio distacco da tutto e da tutti in quel momento, cercando di farle capire che era necessario farlo. “Io devo andare ma tornerò”.
E’ una canzone positiva, profonda, rassicurante.
E’ la storia di una famiglia che per un certo periodo si perde nei meandri, forse inutili, dell’orgoglio e delle incomprensioni.
Per ritrovare sè stessi a volte è necessario allontanarsi, per non farsi condizionare e fermare su una strada probabilmente già scritta, almeno dentro di sè. È il momento dell’ascolto, quando sentiamo che dobbiamo andare dobbiamo farlo.
“Lascia che sia il tempo infame a ricordarci quello che siamo, dentro di noi la verità la conosciamo”.
Siamo tutti in cerca di qualcosa, in questo caso di “qualcosa che non è accaduto in tranquillità”.
Un giorno di nuovo “sarà maggio, sarà settembre, sarà giugno e sarà marzo, siamo tutti figli tuoi”.
Quando si va via, la persona a cui si pensa di più è la madre, e questa canzone è tutta dedicata a lei.
Il tema della famiglia nelle mie canzoni è ricorrente.
La famiglia, in qualunque modo si intenda, rimane l’organismo principale nel quale l’individuo si forma e sviluppa le sue sicurezze e insicurezze.
Ognuno dovrebbe potersi riconoscere in una famiglia, intesa nel suo senso più ampio, ossia come ambiente in cui poter esprimere se stesso, sentirsi libero e accettato, nel quale condividere felicità e momenti difficili.
Probabilmente all’epoca di Tolstoj, la frase che dà inizio al capolavoro Anna Karenina aveva un senso, forse perché la felicità all’interno di una famiglia era soprattutto apparenza.
Ora il confronto, a livello di dialogo e di emotività, è più serrato e credo che possano esistere anche famiglie “felici a modo loro”… come la mia.
“Gli esseri umani non nascono sempre il giorno in cui le loro madri li danno alla luce, ma la vita li costringe ancora molte volte a partorirsi da sé.” ( Gabriel Garcia Marquez)
Il video di “Era Maggio” vede il contributo dell’architetto e scenografo Danilo Da Rodda. Puoi raccontarci di più sulla collaborazione con lui e sull’idea dietro al video?
Con Danilo esiste una amicizia che dura da diversi anni, ci siamo conosciuti perché era professore di arte di mio figlio Francesco ( clarinettista di questo progetto musicale). È nata una stima reciproca abbiamo condiviso diverse esperienze di “teatro canzone”. Durante la pandemia, seppur isolati, siamo rimasti sempre in contatto ed abbiamo lavorato a distanza su questo bellissimo progetto. Queste mie proposte musicali sono state interpretate magistralmente e tradotte con grande sensibilità artistica in video, grazie anche alla rielaborazione di vecchi “super8”. Con lui, insieme all’amico chitarrista Pietro La Pietra, abbiamo realizzato uno spettacolo multimediale fatto di suoni, di video, monologhi e canzoni scritte da me .
Il tuo ultimo Ep “A voi che siete buoni”, è un percorso introspettivo. Qual è il tema principale del progetto e quali sono le ragioni dietro l’unione di questi tre brani?
Le motivazioni che mi hanno portato ad ideare e sviluppare il nuovo Ep sono molteplici:
raccontare la mia storia musicale attraverso un percorso costituito da alcuni brani significativi (editi ed inediti), prodotti in circa trent’anni di carriera, non necessariamente selezionati in modo didascalico o cronologico, al fine di creare la drammaturgia, quanto piuttosto per creare suggestioni su temi vissuti da me nella mia dimensione quotidiana, sia come protagonista, sia come osservatore.
Ciò che m’interessa di più è l’individuo e la sua incessante ricerca d’identità attraverso temi quali l’amore nelle sue diverse sfaccettature, la famiglia come approdo e fucina di contraddizioni (Era maggio), l’amore, la necessità di trovare la strada per realizzare i propri sogni lontano dai clamori (Calma), la trappola della droga come via di fuga (A voi che siete buoni), la fiducia ritrovata (Boxeador) e così via.
Ho creato una cornice ideale per valorizzare il nuovo percorso.
L’idea della vita come viaggio esistenziale (fisico e sentimentale) sempre a cavallo tra sogno e realtà, ambizioni e realizzazioni, tra vita non detta e manifestazioni del Sé.
Anche in questo caso, il tema centrale è la ricerca di una identità vissuta nelle diverse fasi di crescita di una vita infantile e adolescenziale, fino all’età adulta.
A cura della redazione.
