Dopo 5 anni dal precedente album del 2014 ‘You’re dead!’ è uscito lo scorso maggio ‘Flagrama’, un disco caleidoscopico denso di featuring d’eccellenza e di citazioni che omaggiano hip hop ed electrofunk.
Steve Ellison, aka Flying Lotus, è un alchimista del groove, un fuoriclasse del campionamento, come dimostra ‘Flagrama’, un disco fortemente ispirato, denso di input talmente veloci ed eclettici che disorientano l’ascoltatore ubriacandolo di allucinazioni ipnagogiche ed istantanee lasciandolo stralunato come al termine di una partita alienante a Tetris o a Pacman.
‘Flagrama’ è un’espressione usata nello slang americano che indica un soggetto creativo che inventa frasi e idee uniche, le quali fuggono da qualsiasi categorizzazione o tentativo di spiegazione, ma che devono essere implementate al pubblico senza spiegazioni.
In 67 minuti di ascolto si condensa un totale di 27 brani, una dozzina dei quali lunghi meno di due minuti, con frequenti cambi di registro dall’hip hop all’electrofunk, dal rap jazzato alla fusion anni 70.
Dopo un primo ascolto assolutamente spiazzante, emerge che la parola d’ordine dell’album è velocità e frammentazione e che il leitmotiv è il fuoco, che brucia il tempo nel fuoco sacro della creazione, da seguire irrazionalmente come flusso creativo esclusivamente da vivere e plasmare, senza potere essere fermato, spiegato o pensato.
Il tema del fuoco emerge sia dal primo singolo estratto ‘Fire is Coming’, in featuring con David Lynch – che del fuoco onirico è maestro e inventore – sia dalla copertina dell’album, che traspone in immagini proprio quella sensazione di caos cosmico da cui origina il fuoco creatore.
In copertina – che sembra infatti un quadro di Hyeronimus Bosch o una scena del film Brazil di Terry Gilliam – è raffigurata un’officina tecnologica ambientata in un futuro distopico ed in perpetua lavorazione, alimentata da un fuoco sacro che genera una vampata nello spazio siderale stellato, protesa verso un pianeta imprecisato, che divide in superficie le anime dannate da quelle beate.
L’album, come anticipato, è denso di collaborazioni e di featuring d’eccezione, tra cui, menzione a parte per David Lynch, spiccano il rap jazzato di Anderson Paak in ‘More’, il basso dell’inseparabile amico Thundercat in ‘The Climb’, la fusione liquida con Toro Y Moi nella ballata dal sound lunare ‘9 Carrots’ e il soul spiritual anni ’90 di Solange in ‘Land of Honey’.
Una nota particolare merita ‘Fire is coming’, pezzo costruito attorno ad un monologo visionario ed onirico recitato dalla voce inquietante ed inconfondibile di David Lynch, su cui Ellison innesta un finale apocalittico in stile progressive e techno anni 90.
Sulle immagini del video ufficiale c’è pure la firma di Steven Ellison, che nel febbraio 2017 aveva presentato al “Sundance Film Festival” il suo primo lungometraggio, l’avveniristico e inquietante horror Kuso, in stile molto lynchiano, in cui appare lo stesso David Lynch dagli occhi infuocati.
E quando l’album finisce e resta solo l’assenza di suono, è proprio quel brutale disorientamento a cui FlyLo ci ha elegantemente abituati nei 67 caotici minuti dell’album che viene quasi a mancare, per riempire il vuoto cosmico lasciato dal silenzio che rimane dopo l’ascolto.
Ottimo album.
Tracklist:
- Heroes
- Post Requisite
- Heroes In A Half Shell
- More feat. Anderson .Paak
- Capillaries
- Burning Down The House feat. George Clinton
- Spontaneous feat. Little Dragon
- Takashi
- Pilgrim Side Eye
- All Spies
- Yellow Belly feat. Tierra Whack
- Black Balloons Reprise feat. Denzel Curry
- Fire Is Coming feat. David Lynch
- Inside Your Home
- Actually Virtual feat. Shabazz Palaces
- Andromeda
- Remind U
- Say Something
- Debbie Is Depressed
- Find Your Own Way Home
- The Climb feat. Thundercat
- Pygmy
- 9 Carrots feat. Toro y Moi
- FF4
- Land Of Honey feat. Solange
- Thank U Malcolm
- Hot Oct.