“Un Miasma contagioso, proveniente dalle paludi più remote, sta circondando città e villaggi. Potrebbe trattarsi di un morbo alieno, come in un film di fantascienza, oppure potrebbe derivare da una paura più profonda, causata da chiunque voglia controllarci, come nella vita reale. Freak, queer e outsider saranno i primi a rendersene conto e a combatterlo. In ogni caso: aspettatevi delle mutazioni.”
A leggere oggi, durante la pandemia da Covid-19, la presentazione di “Miasma”, il nono album degli OvO pubblicato lo scorso 7 febbraio, vengono quasi i brividi. Premonizioni a parte, in questo lavoro la formazione cerca di immaginare fantascienza e realtà come due entità molto vicine, quasi contigue, facendo un passo indietro verso le loro radici punk/hardcore.
Intervista a cura di Egle Taccia
Nella presentazione dell’album ci parlate di un miasma contagioso, proveniente dalle paludi più remote, che sta circondando città e villaggi. Avete avuto una specie di premonizione?
Purtroppo sì, ma la realtà come sempre supera la fantasia. Comunque, il collasso del pianeta, del capitalismo, di uno stile di vita nevrotico era solo questione di tempo.
Fantascienza e realtà sono davvero così vicine?
Lo sono sempre state, e questo è solo l’inizio. Aspetta di vedere quando il virus sarà sotto controllo, e noi con lui. Allora inizierà la fase d’azione del film. Temo che gli OvO faranno parte delle truppe ribelli…
La paura è un elemento centrale di questo lavoro?
A dire il vero, no. In tutto il disco si respira la catastrofe, ma anche il coraggio di lottare, di convertire la rabbia in energia positiva.
Qual è la ricetta degli OvO per sconfiggere questo morbo alieno?
Magari l’avessimo. Ma abbiamo quella per il post-morbo. Rimaniamo vivi e critici, non permettiamo che ci facciano il lavaggio del cervello in nome della sicurezza e della paura.
Che suoni cercavate per questo nuovo album?
Marci, fetidi, impregnati di veleno. Ma noi stessi siamo sorpresi di quanto evidente sia questa intenzione, a prodotto finito. E questo è innanzitutto merito di Giulio Favero, che è riuscito a mantenere la sporcizia del suono, esaltandone però la chiarezza cristallina delle intenzioni. Davvero non era facile.
C’è un brano a cui siete particolarmente legati?
Direi tutti, ma citerei “Queer Fight” in quanto bandiera-manifesto del disco, e “Sicosi”, perché inizialmente avevamo pensato di escluderla dai brani da proporre dal vivo, mentre ora è uno dei pezzi che funziona meglio.
Domanda Nonsense: Avete più paura degli alieni o degli umani?
Ovviamente degli umani. Degli alieni si può aver paura solo dopo averli conosciuti, e a quel punto non sono più alieni.