FASK
Appuntamento all’estate con il
“TOUR ESTIVO 2025”
che vedrà la rock band protagonista sui palchi
dei festival e delle rassegne più prestigiose
Forti del successo del club tour che negli scorsi mesi ha registrato numerosi sold out lungo tutta la penisola, i FAST ANIMALS AND SLOW KIDS hanno annunciato i primi appuntamenti del “TOUR ESTIVO 2025” che la prossima estate li vedrà ancora protagonisti sui palchi dei festival e delle rassegne più importanti, partendo il 23 maggio dal palco del MI AMI Festival.
Per la band composta da Aimone Romizi (voce, chitarra), Alessio Mingoli (batteria, seconda voce), Jacopo Gigliotti (basso) e Alessandro Guercini (chitarre) il palco è il luogo dove esprimere al massimo l’essenza del loro essere e della loro musica e dove condividere con i fan i loro storici successi oltre ai brani del nuovo album “Hotel Esistenza”, il settimo di studio della band pubblicato il 25 ottobre da Woodworm in licenza esclusiva M.A.S.T./Believe.
Questi i primi appuntamenti confermati del “TOUR ESTIVO 2025” prodotto da Vivo Concerti:
Venerdì 23 maggio, Segrate (MI) – MI AMI 2025 – Idroscalo
Venerdì 6 giugno, Savigliano (CN) – ATIPICO MUSIC FESTIVAL – Area Fieristica
Giovedì 26 giugno, Padova – SHERWOOD FESTIVAL – Park Nord Stadio Euganeo
Domenica 29 giugno, Udine – Castello di Udine NUOVA DATA
Venerdì 11 luglio, Centobuchi di Monteprandone (AP) – CASSANDRA FEST NUOVA DATA
Sabato 12 luglio, Arezzo – MEN/GO MUSIC FEST – Parco Il Prato NUOVA DATA
Giovedì 17 luglio, Bologna – BONSAI – Parco Caserme Rosse
Venerdì 18 luglio, Bellaria Igea Marina (RN) – BEKY BAY
Sabato 19 luglio, Brescia – CASTELLO DI BRESCIA NUOVA DATA
Sabato 26 luglio, Genova – BALENA FESTIVAL – Arena del Mare Porto Antico
Venerdì 1 agosto, Gallipoli (LE) – RAFFO PARCO GONDAR NUOVA DATA
Domenica 3 agosto, Palermo – DREAM POP FEST – Spazio Open Cantieri Culturali NUOVA DATA
Domenica 17 agosto, Francavilla al Mare (CH) – FRANTIC OFF – Tikitaka Village
Sabato 20 settembre, Bionaz (AO) – MUSICASTELLE OUTDOOR – Loc. Prarayer – NUOVA DATA
I biglietti per i concerti disponibili in prevendita su www.vivoconcerti.com.
““Hotel Esistenza” è il nostro nuovo album, racchiude gli ultimi tre anni delle nostre vite, tra cambiamenti e cose che invece, non cambieranno mai”, raccontano i FAST ANIMALS AND SLOW KIDS.
“È un album che contiene dentro di sé vari aspetti della nostra musica, come le stanze di un albergo arredate in maniera diversa ma pensate allo stesso modo.
È un disco fatto di canzoni che parlano di feste dalle quali scappare, di autostrade che ti riportano a casa e dell’inferno che abbiamo dentro.
Hotel Esistenza è un luogo della nostra mente dove può entrare chiunque lo desideri. Speriamo vi possa far sentire a casa, almeno per una notte”.
L’album è stato prodotto da Giovanni Pallotti insieme ai FAST ANIMALS AND SLOW KIDS, con la collaborazione di Massimo Colagiovanni su “Dimmi Solo Se Verrai all’Inferno”, “Torna” e “Una Vita Normale”, registrato da Giovanni Pallotti, Filippo Slaviero e i FAST ANIMALS AND SLOW KIDS, mentre Andrea Suriani ha curato il mix e il mastering.
Tutte le 11 tracce sono state scritte e composte dai FAST ANIMALS AND SLOW KIDS che si sono avvalsi della collaborazione di Valerio Smordoni e Luca Serpenti per il testo di “Riviera Crepacuore”.
Egle Taccia ha incontrato i Fask in occasione del lancio del disco.
Quale spaccato di esistenza volevate rappresentare in questo album?
In questo noi siamo abbastanza ripetitivi, nel senso che raccontiamo sempre quello che stiamo vivendo, cerchiamo di essere il più vicino possibile a ciò che stiamo cantando, in modo tale da sperare che queste canzoni risuonino in noi più forte e riescano ad essere percepite forte anche da fuori. Stiamo raccontando gli ultimi tre anni in undici canzoni, ma siamo partiti avendo scritto circa 42 canzoni, quindi è stato veramente un processo di sottrazione bello tosto, però ecco lo sentiamo almeno contemporaneo rispetto a noi.
Nell’album si tratta il tema della crescita, che rapporto avete con lei?
La prima cosa che mi viene da dire è che è bello che utilizzi la parola crescita, perché spesso si tende a contrapporre un’età giovane ed un’età adulta e in realtà per noi spesso l’orizzonte di tempo rientra in pochi anni, perciò è proprio un fatto di crescita. La crescita può esserci dai 32 ai 33, è comunque una crescita, è comunque un percorso ed in questo noi cerchiamo di essere i più onesti ed orizzontali possibile rispetto a quello che ci è successo e riflettiamo sulle cose che ci sono accadute. Addirittura, in questo disco ci sono dei momenti storici che ritornano e diventano lo spunto per andare a vedere, a distanza di qualche anno da quando è successo, come ci siamo evoluti su quel concetto. Penso ad esempio a “Brucia”, che parte dall’evento scatenante che è Floyd e quella roba orrenda che è successa in America, che ci ha portato dopo, a distanza di un tot di anni, a ragionare su come abbiamo assorbito e fatto nostra quella roba. In quel caso siamo stati piuttosto cinici, perché l’abbiamo lasciata semplicemente in quel bagaglio di robe orrende che accadono nel mondo, che non processiamo e che lasciamo lì, e forse c’era bisogno di un’energia diversa, per dire che il processo della crescita lo assorbiamo in questo modo. Quelle esperienze sono frutto di questo percorso di crescita, perché più vai avanti, più hai bisogno di quelli che sono degli stimoli con cui sei partito, la tutela del sogno, del tuo io bambino, di quando sognavi all’inizio di prendere un furgone, andare a suonare dappertutto e spaccare tutto in giro per l’Europa. In realtà parte dalle aspirazioni, io voglio fare una cosa che mi arricchisce e mi riempie a quest’età, l’età in cui mi trovo, e fare qualcosa di sfidante come nel caso dell’orchestra.
Com’è cambiato il vostro rapporto in questi anni e come avete trovato un equilibrio in questo lungo percorso?
La cosa positiva è che siamo partiti bene, siamo partiti subito bene. La band si è formata sulle spalle di altre band che avevamo insieme, noi suoniamo insieme da sempre, ha funzionato perché era l’unica band che abbiamo fatto ai tempi per stare bene, per goderci la sala prove, per goderci l’ambiente, perché tutte le band che avevamo prima erano band per sfondare, per farcela, per riuscirci e questa è una gran cazzata perché, se c’è un consiglio che possiamo dare dopo tutti questi anni di vita insieme, è che la cosa migliore che puoi fare sia quella di trovare persone con cui parli bene, con cui sei trasparente, amici con cui ti puoi confrontare e puoi dirgli le cose che provi e queste cose restano tra di voi e, se hai delle spalle con cui fare queste cose, questo diventa uno dei tuoi punti di forza, una delle certezze della tua vita. Sicuramente mi sento di dire che siamo partiti bene, perché abbiamo scelto le persone con cui ci trovavamo meglio e non quelle più brave, quelle che potevano servirci di più per un eventuale percorso. Abbiamo anche dei caratteri e degli interessi complementari, quindi anche questa per noi è una bella opportunità.
Quali sono i riferimenti musicali dell’album?
Sicuramente in questo disco, rispetto a come abbiamo ragionato per i dischi precedenti, rispetto a come abbiamo immaginato il suono di un album in passato, le nostre influenze sono state una summa di quello che abbiamo ascoltato nel corso della nostra vita. Ci sono dei pezzi come “E’ solo colpa tua” o “Brucia”, per cui ci siamo accorti, riascoltandoli, che fossero molto vicini a ciò che sentivamo da ragazzini, alla musica che ci ha anche un po’ cambiato, penso a band come i Nirvana. Sentendo “Brucia”, la linea vocale della strofa mi ricorda un po’ qualcosa dei Nirvana. Ci sono dei pezzi che magari non avremmo mai pensato di fare, ma che abbiamo iniziato, penso a “Torna”, oppure altre ballad, pezzi molto lenti, quasi adulti, sono pezzi che scrivi quando sei arrivato ad una certa età, con una certa esperienza. Secondo me è un disco molto variegato, le cui influenze sono tantissime. Se dobbiamo fare un elenco preciso, diventa infinito e noioso, però secondo me è importante usare il termine summa, perché rappresenta quello che sono i Fask odierni.
Te ne accorgi dopo delle influenze, mentre in alcuni casi le influenze le hai in quel momento, in questo caso ce ne siamo accorti dopo. In quel momento non ci avevi pensato e sotto questo punto di vista è bello, perché nel tempo hai introiettato la musica che ti ha formato e adesso è parte di te, ma la riesci a Faskare, riesci a farla tua. Questo, secondo me, è un segno positivo perché vuol dire che sei riuscito a costruire il tuo genere sulle spalle degli altri e secondo me la musica è sempre così, è sempre generativa. Se la musica funziona, è bella, genera altra musica, crea un circolo virtuoso.
