Trascorsa la nostra consueta lunga pausa di inizio d’anno, vi raccontiamo un po’ quello che è successo a Catania a ridosso del Capodanno.
Finalmente i ragazzi di MIT – Musica Intrattenimento e Teatro, che quest’anno erano rimasti silenti per un po’, sono tornati a portare buona musica in città, scegliendo come nuova location per i loro concerti l’ex cinema porno di via Gizira, ora diventato locale col nome di Super Cinema. La band scelta per l’occasione sono i Jennifer Gentle, formazione capitanata da Marco Fasolo, che il 4 ottobre, dopo una lunghissima pausa, ha pubblicato l’omonimo album che sta portando in giro su e giù per lo Stivale.
Il 30 dicembre, nonostante la notte più lunga dell’anno fosse alle porte, il pubblico catanese non si è fatto pregare ed ha riempito la sala concerti del Super Cinema attentissimo sin dall’inizio, grazie anche al talento della band di apertura, scelta con la massima cura per l’occasione: i Tapso II.
Il trio, composto da Stefano Garaffa Botta (chitarra elettrica e voce), Giovanni Fiderio (violino e organo), Giancarlo Mirabella (batteria e percussioni), ha da subito attirato l’attenzione per la sua carica adrenalinica ed i suoni sperimentali. Ciò che è saltato subito all’orecchio è stata l’incredibile precisione del batterista, attorno alla cui linea ritmica si sono snodate architetture sonore dai contorni a tratti noise e a tratti folk, in un mix di armonie originali e accattivanti, anche per chi non è un appassionato del genere.
Puntualissimi sul palco approdano i Jennifer Gentle ed è subito ovazione del pubblico. Si parte con il nuovo album, sulle note cadenzate di “My Inner Self” che ci dettano i contorni di quello che sarà il mood della serata. Si prosegue con la scanzonata “I Do Dream You”, dall’album “Valende”, per poi catapultarci nel 2002 con “My Memories’ Book”. Le interazioni col pubblico sono poche e tutto viene lasciato in mano alla musica. Si va avanti con “Tiny Holes” e brano dopo brano ci rendiamo conto di quanto la band, in versione live, punti più ai suoni che alla voce, buttata in mezzo agli strumenti e considerata essa stessa strumento, in una visione assolutamente internazionale del live, tanto da poterlo considerare quasi uno strumentale. È giunto il momento di “Take My Hand” e “Beautiful Girl”, con la quale torniamo alle sonorità del nuovo album.
Siamo a circa metà live e il pubblico è sempre più numeroso e danzereccio, segno del grande impatto che la band ha sulla platea. Ci si avvia verso il finale con “Little Carol”; “Madhouse”; “Guilty”, uno dei brani più amati dell’ultimo omonimo lavoro; “What in the World”; “No Mind In My Mind”; la fortissima “Do You Hear Me Now?” e “Where are you”. La formazione chiede al pubblico suggerimenti su come trascorrere la serata dopo il concerto e l’esibizione si conclude con l’encore “You Know Why”.
La sensazione che abbiamo avuto durante questo live è stata quella di non voler dare troppo spazio ai nuovi brani, ma di offrirci uno spettacolo bilanciato tra presente e passato.
Report a cura di Egle Taccia