“JUNGLE GUM” è il nuovo disco di inediti dei RESPIRO, duo electro-pop/alternative hip-hop salentino nato dall’incontro tra il violinista Francesco Del Prete e la voce di Lara Ingrosso.
Dopo la fortunata esperienza di “unPOPositivo”, album del 2019 che ha segnato la svolta stilistica di questo iconico duo, nel 2021 è la volta di “Jungle Gum”, nuova fatica discografica che si compone di 10 brani, interamente scritti e prodotti da Lara Ingrosso e Francesco Del Prete.
Le tracce ripercorrono le sonorità della musica pop, dell’elettronica e dell’hip-hop, a cui si aggiunge quella vena cantautorale già espressa nei lavori precedenti. Da questi presupposti nasce la ricerca sul sound del disco che vuole rileggere, in chiave moderna, beat e synth propri della musica anni ’80 e ‘90, echi sonori riproposti anche dalla nuova estetica del duo.
“Jungle Gum” rappresenta la bolla sociale in cui siamo intrappolati, masticatori e masticati, precari che generano precarietà in una continua reazione a catena. È il racconto, in dieci tracce, dell’atterraggio di viaggiatori provenienti dal futuro, costretti a muoversi in una “giungla urbana” popolata da personaggi sempre in bilico tra le loro aspirazioni e la durezza del mondo in cui vivono. Traccia dopo traccia ogni storia si sfaccetta e si colloca in un percorso di ricerca mosso dalla volontà di rivalsa su instabilità, incertezza e solitudine presenti nelle difficoltà della vita quotidiana.
Un concept album, dunque, in cui il duo dà ancora una volta voce alle fasce sociali più sfortunate, rappresentate non solo dalle minoranze.
Intervista di Egle Taccia
“Jungle Gum” è il vostro nuovo album. Cosa lo ha ispirato e di cosa parla?
L’idea di Jungle Gum e del concept album è nata dopo la scrittura delle prime tracce, nel momento in cui abbiamo capito che tutte le storie raccontate erano pezzi di un puzzle più grande. Sono scorci di degrado sociale, raccontano la solitudine, il precariato, il razzismo, ma lo fanno con ironia ed energia, sfruttano il contrasto tra testo e sound per esorcizzare la gravità di certe situazioni.
So che non volete fare spoiler, ma come vi immaginate la musica del futuro?
Sempre più semplice ed essenziale, stiamo lavorando anche noi in quella direzione, perché poi alla fine fare cose semplici è la cosa più complicata.
Come descrivereste la bolla sociale nella quale siamo intrappolati?
Caotica, oscura, luminosa, colorata, grigia, rumorosa, silenziosa ecc… è tutto e il contrario di tutto, un patchwork di storie e di situazioni che si incastrano perfettamente in un equilibrio del tutto imperfetto.
Se i viaggiatori del futuro di cui parlate nell’album arrivassero davvero nel nostro Paese, da cosa resterebbero maggiormente impressionati?
Dal verde, dalla natura incontaminata che ancora riusciamo faticosamente a difendere e che immaginiamo sarà sempre meno con il passare del tempo. La situazione ambientale non è delle migliori.
Il disco è stato presentato con un live streaming. Cosa pensate di questa nuova forma di intrattenimento?
Pensiamo sia un palliativo utile in una situazione simile, ma confidiamo nel fatto che resti solo tale.
Quando tutto sarà finito, continueranno ad esserci eventi in live streaming, oppure questa parentesi verrà per sempre cancellata?
Probabilmente ci saranno e aiuteranno in alcuni casi a facilitare logisticamente alcune situazioni.
Cosa vi manca di più dei live veri e propri?
Il pubblico, il sudore e i drink gratis.
Domanda Nonsense: Se vi trovaste catapultati nella giungla di notte, di cosa avreste più paura?
Di tutto, io mi immobilizzerei ed inizierei ad ingigantire nella mia mente ogni rumore. Forse Francesco sarebbe più coraggioso. Personalmente odio il buio.