VASCO BRONDI
Firma le musiche originali di
“FIORE MIO”
film d’esordio scritto, diretto e interpretato dallo scrittore
PAOLO COGNETTI
in anteprima alla 77esima edizione del Locarno Film Festival
e nei cinema a partire dall’autunno
Prosegue nei principali festival italiani
il tour estivo dell’album “Un segno di vita”: le prossime date a
Frigento (AV), Filago (BG), Trieste, Tindari (ME), Cesena e Melpignano (LE)
A dicembre live all’Alcatraz di Milano
per celebrare i dieci anni dell’album
“Costellazioni”
del progetto musicale Le luci della centrale elettrica
Mentre Vasco Brondi continua a girare in tour, vi raccontiamo la data ai Magazzini Generali di Milano dello scorso 9 maggio.
Una sala completamente colma attende Vasco Brondi, pronta ad intonare i brani dell’ultimo album “Un segno di vita”, ma anche i vecchi successi de Le Luci Della Centrale Elettrica.
L’artista entra in scena accompagnato dalla sua band ed è difficilissimo guardare il palco tanti sono i fan presenti. Il calore con cui viene accolto è molto più che un tributo ad un artista, è qualcosa che somiglia alla gioia di rivedere un vecchio amico dopo un lungo periodo di assenza. Perché poi Vasco Brondi è noto principalmente per la sua capacità di raccontare suggestioni, di inquadrare i momenti cruciali delle nostre vite e farli diventare canzoni che non si dimenticano.
Si parte da “Mistica”, seguita subito da uno dei brani più amati del nuovo album “Illumina tutto”, cantata a memoria dai fan. Si continua con “Le ragazze stanno bene”, alla fine del quale Vasco Brondi ringrazia il pubblico spiegando che in questo live si parla di amore e di apocalisse.
“Che bello vedersi al di là degli schermi! La prossima canzone parla di chi apre il cuore a tempo record”: è il momento di “Meccanismi”, seguita da “Qui”.
Continua a chiacchierare col pubblico, parlando di come molti abbiano un rapporto particolare con Milano, definita come una calamita respingente. “Montale diceva che è un enorme conglomerato di eremiti. Questo disco era pieno di fuochi. I CCCP hanno scritto che la situazione è eccellente. Questi sono i nostri tempi e i nostri posti. Ho deciso di non avere paura.”
E dopo un fortissimo applauso si prosegue con “Fuoco dentro”, brano che nel disco vede la partecipazione della grandissima Nada. Si va avanti con “Incendio” e ci facciamo un bel tuffo nel passato con uno dei più bei brani de Le Luci della Centrale Elettrica “La terra, l’Emilia, la Luna”. Si va avanti con “Fuori città” alla fine della quale Vasco Brondi torna a parlare con la sua gente: “Viaggi minimi e labirinti che costruiamo con i nostri percorsi. Se qualcuno ci guardasse dall’alto…”
È il momento di “40 km” e “Cara Catastrofe”. “Qualcuno diceva che la noia è la soglia delle grandi cose. Dalla noia nascono grandi cose. Milano attrae gli inquieti. Questa canzone parla della nebbia di Ferrara.” Si tratta di “Macbeth nella nebbia”, seguita da “Quando tornerai dall’estero” e “I Sonic Youth”.
“Mi prendo la libertà di suonare le canzoni degli altri in ogni tour”. In questa occasione il brano scelto è “Cosa sarà”. Ci confida: “Vivevo vicino a Dalla, ma non l’ho disturbato mai. Ho scritto una canzone guardandomi attorno per Bologna”: è il momento de “I destini generali”, seguita dalla stupenda “Chakra” che lo vede ritirarsi dietro le quinte.
Il pubblico esplode chiedendo altri brani e il ritorno di Vasco Brondi sul palco, che non si fa attendere e ci regala gli ultimi pezzi.
Il pubblico canta a squarciagola “A forma di fulmine”, uno dei brani più amati del repertorio di Vasco Brondi. “Siamo veramente arrivati alla fine, la prossima canzone è stata ispirata da Italo Calvino.” Il concerto si chiude con “Un segno di vita” e “Nel profondo Veneto”.
Vasco Brondi è unico nel raccontare i tormenti e le angosce di una generazione di provincia che si trova catapultata nelle grandi città, in Italia o all’estero. È impareggiabile il modo in cui riesce a toccare le nostre anime, raccontando le sue storie in punta di piedi, in bilico tra sogno e disperazione.
A cura di Egle Taccia