“Sconosciuti che conoscono l’amore” è il nuovo album di Junior V.
Il terzo disco del musicista pugliese classe ‘98 ha un sapore diverso, tanto che l’artista lo considera come il suo primo album. Abbandonato completamente il retaggio reggae che aveva contraddistinto la prima fase della sua carriera, Junior V è pronto per presentarsi nella sua rinnovata e matura dimensione artistica. Una lenta e constante evoluzione che abbraccia l’artista in tutti gli aspetti della sua produzione, dalla musica ai testi, dall’immagine agli aspetti grafici.
Nelle dieci tracce che compongo il nuovo lavoro possiamo rintracciare un pop d’autore confezionato con elegante spontaneità, coniugando un dream folk tutto italiano senza cadere nella tentazione di arrangiamenti easy listening. Ballad frizzanti sono sospese tra chitarre acustiche, arpeggi di pianoforte e linee melodiche che uniscono un cantautorato contemporaneo a un folk rock internazionale. Un viaggio fatto di sensazioni che coinvolgono l’ascoltatore in un viaggio costellato di sonorità melodiche e momenti di naturale intimità.
Intervista a cura di Egle Taccia
Chi sono questi “Sconosciuti che conoscono l’amore?”
Gli “Sconosciuti che conoscono l’amore” sono due persone che hanno paura di innamorarsi nuovamente ma conoscono quel sentimento. In questo disco ho voluto raccontare personalità ed eventi che mi hanno lasciato di stucco tanto da aver avuto la necessità di scrivere delle canzoni.
Questo è il tuo terzo album, ma il primo con delle sonorità completamente rinnovate rispetto al passato. Cosa ti ha portato verso questo cambiamento?
La voglia di evolvermi. Non mi piace essere associato ad un genere preciso. Il cambiamento è derivato da ascolti diversi e soprattutto dalla mia crescita personale.
Dietro ad ogni cambiamento generalmente c’è una rinata consapevolezza artistica. Chi sei oggi musicalmente?
Sono un ragazzo di 22 anni che sa bene come funziona il mondo musicale. Mi piace sperimentare e trovare nuovi approcci di scrittura e composizione musicale. Il cambiamento è la chiave del progresso, senza di esso non si respira aria nuova e la propria arte resta stazionaria nella ripetizione.
Per questo album hai scelto di usare l’italiano. La scelta è dovuta alla voglia di far arrivare meglio i testi?
La scelta dell’italiano è dovuta al fatto di voler essere completamente sincero nei confronti della mia musica. Non è semplice condividere i propri sentimenti con tutti attraverso le canzoni. È una prova di coraggio! Questa scelta è stata naturale perché avevo la necessità di essere diretto con i miei testi.
Il mastering del disco è stato curato agli Abbey Road Studios da un nome molto noto nella musica internazionale, Christian Wright. Come è nata questa collaborazione?
Sono onorato di aver collaborato con un grande ingegnere di mastering come Chris. Adoro tutti i brani che ha masterizzato e, quando si è reso disponibile per il master del disco, ero davvero felice. Questa collaborazione è nata da una mail con un mio brano, Odore d’incenso, il primo singolo. Gli piacque il sound molto inglese ma in lingua italiana e decise di masterizzarlo agli Abbey Road Studios.
Questi mesi di restrizioni hanno in qualche modo cambiato il tuo approccio verso la musica?
Assolutamente no. Ho scritto nuove canzoni e sono tornato in studio di registrazione con il mio maestro Alex Grasso e Nicoló, il mio batterista, a produrre nuovi brani. Spero di farveli ascoltare prestissimo!
Quando sarà possibile tornare sui palchi, hai in mente un tour?
Sì. Ho una voglia matta di tornare sul palco e suonare le nuove canzoni del disco. Mi manca l’adrenalina che provi prima di salire sul palco, mi mancano tutti i momenti indimenticabili con la mia band on the road ed infine mi manca il calore del pubblico.
Come immagini i concerti del futuro?
Spero si ritorni completamente alla normalità.
Domanda Nonsense: Qual è il modo migliore per attaccare bottone con una sconosciuta?
Essere indiscreti e trovare qualcosa che faccia ridere ma che possa far nascere altre domande interessanti.
Ad esempio, da anni, un mio amico di nome Nicola cerca un primo approccio in spiaggia camminando scalzo con le infradito in mano e chiedendo alle ragazze: ”Scusami puoi mantenermi le ciabatte così mi allaccio le scarpe?”