Lo scorso 25 ottobre Cecco e Cipo si sono esibiti all’Arci Bellezza di Milano per un live indimenticabile. Un concerto sold out che ha visto susseguirsi tutti i più grandi successi della formazione, con un pubblico letteralmente impazzito.
Poco prima del live abbiamo incontrato i due artisti per parlare del loro ultimo progetto discografico.
Intervista a cura di Egle Taccia
Di cosa parlano “Le Mirabolanti Avventure di Cecco & Cipo su Plutone”?
Cipo: È una parte di un viaggio suddiviso in capitoli e parla di un sacco di cose. Ogni due mesi usciranno due brani nuovi e questo episodio è dedicato a Plutone. Sono due canzoni d’amore che avevamo e tutte e due in qualche modo parlavano di Plutone, c’era un collegamento all’interno del pezzo che faceva riferimento a Plutone e semplicemente le abbiamo unite. Unirle ha dato l’input per il titolo. Perché su Plutone? Non lo so, sono anni che mi ci sono avvicinato senza impegno, non capisco niente, però frequento dei posti e delle persone che mi hanno avvicinato molto al mondo dei pianeti e delle stelle. Plutone come nome è incredibile e mi piaceva davvero tanto. Non c’è una motivazione particolare, semplicemente mi piaceva il nome, era un periodo che la gente parlava dei pianeti e delle stelle, perché l’energia si ricollega, ed ho scritto due pezzi che parlavano di Plutone, li abbiamo uniti ed è uscita questa cosa. Sono due canzoni d’amore che parlano di altro, perché se no sembra che parli di Plutone, Plutone è una scusa, una canzone è più leggera, un’altra è più importante, anche più invadente a livello emotivo.
Cos’è l’amore per voi?
Cecco: Accidenti che domanda! È una cosa molto soggettiva da parte di entrambi e non lo so, perché da parte mia è un insieme di cose, l’amore ti fa stare bene, ma ti fa stare anche male, anzi. In questo periodo sto più dalla parte del male, perché è un periodo mio, però ovviamente è una cosa di cui abbiamo bisogno tutti fondamentalmente. È una cosa che si canta parecchio bene, infatti ci aiuta molto coi testi.
Cipo: Io riesco a parlare solo d’amore, lui fortunatamente a volte riesce a parlare anche di altro cosa che a me non riesce fare, io ho sempre parlato solo d’amore perché comunque è quella cosa che a me spinge, è più poter parlare alla persona senza in realtà guardarla negli occhi, la canzone è una copertura e però mi rendo conto che riesco comunque ad essere più diretto e più incisivo scrivendo canzoni che magari parlandoci negli occhi. La canzone è una copertura, però mi rendo conto che riesco, al di là che sia bella o brutta, comunque ad essere più diretto ed incisivo scrivendo canzoni che magari parlandoci a quattrocchi. C’è una canzone di Tricarico che dice che l’amore è una ranocchietta verde e questa cosa appena l’ho sentita la prima volta mi ha fatto impazzire e Tricarico, a cui ci ispiriamo molto, è sempre riuscito a raffigurare le emozioni in modo molto infantile però bello e questo racchiude un po’ la stessa nostra visione delle cose.
Mi parlate di come sono nate le due canzoni?
Cipo: Come sono nate? Noi non scriviamo mai insieme quindi alcuni pezzi li scrivo io, altri li scrive lui, questo capitolo qui è capitato che l’ho scritto io. Come sono nate? Una è una canzone molto più leggera, è più un invito a dirti usciamo, fuggiamo, andiamo da qualche parte insieme, però vieni con me, è più una dichiarazione d’amore alle prime fasi e quindi è una canzone molto più spensierata e leggera, sia come arrangiamento sia come testo che come melodia ed è nata in maniera molto veloce, sono quei pezzi che nascono in cinque minuti chitarra e voce, secondo me è bello che rimangano così, canzoni da spiaggia. Libellule è totalmente un’altra cosa che ho scritto in realtà non così di recente, almeno un paio di anni fa ed è più un grandissimo omaggio all’amore che ho ricevuto. È un omaggio a tutto quello che mi è stato dato da questa relazione gigante che ho avuto per molti anni ed è un tieni questo è per te. Mi fa molto male cantarla perché poi è molto profonda, non è una canzone molto facile da fare dal vivo, ma neanche registrarla è stata facile.
Com’è un vostro concerto?
Cipo: A questa domanda non ti sappiamo rispondere, perché tutti i concerti di per sé sono diversi, specialmente i nostri. Ci è capitato negli ultimi concerti che avevamo fatto in formazione ridotta, questo in particolare lo viviamo abbastanza in trepidazione perché avevamo voglia di suonare col gruppo e però c’è anche un po’ non dico di insicurezza, ma qualcosa che magari si sentirà nei primi pezzi.
Cecco: Quando siamo in due, noi ci conosciamo da una vita, quindi è più facile andare ai live anche se improvvisiamo, quando suoni con una band c’è bisogno di settare tutto e puoi provare quanto vuoi però servono i live per settare tutto al meglio. Al di là della tecnica non so cosa ci si possa aspettare, è la prima volta che non abbiamo scritto lo spettacolo, c’è solo una scaletta, c’è una scaletta dei pezzi ma non c’è uno spettacolo, quindi improvviseremo un po’ e poi sarà un live molto elettrico, molto dritto e con poche pause e poche parole, perché volevamo concentrarci sui pezzi perché comunque abbiamo fatto tanti dischi e ci sono tanti pezzi che dovevamo fare dal vivo, quindi non so dirti, dipende tanto dall’alcol e da tante cose.
Qual è il prossimo capitolo delle vostre avventure?
Non si può dire, anche perché non è sicuro. Ci sono delle opzioni in ballo, perché comunque noi stavamo registrando pezzi però ancora non sappiamo bene.
