Lo scorso 14 Settembre Michele Bravi si è esibito alla Villa Bellini di Catania per l’ultima data del suo live piano e voce, accompagnato dalla sua cara amica Chiara Galiazzo.
I più attenti la attendevano per aprire le danze della serata, con la sua voce meravigliosa e la sua simpatia strabordante.
La sua esibizione comincia con “L’ultima canzone del mondo” sul finale della quale ci saluta, dicendoci che questa è la prima volta che canta in Sicilia ed è molto felice ed emozionata. Il pubblico la applaude, mostrandole tutto il proprio calore.
Prosegue con “Honolulu”, per poi cantare “la prima canzone che ho registrato e se la sapete potete cantarla con me”. Si tratta di “Due respiri” e il pubblico non tarda a farsi sentire. Prosegue con “Kamikaze” e “Straordinario”. Ringrazia il maestro Andrea Manzoni che li accompagnerà al pianoforte per tutta la serata. Conclude con “Stardust” e “Nessun posto è casa mia”.
È il momento di Michele Bravi, che entra in scena accompagnato dall’applauso del pubblico. Il primo brano è “La promessa dell’alba”. Ci saluta mostrando la sua gioia di essere qui e augurandoci buon concerto.
Si prosegue con “Tanto per cominciare” e sul finale ci confida che anche per lui è la prima volta in Sicilia. Ringrazia i professionisti della musica, che sono rimasti a casa per oltre un anno e ringrazia il pubblico per aver comprato il biglietto, che permette a queste persone di ricominciare a svolgere il proprio lavoro. “Vedere che il pubblico cerca gli artisti mi riempie di gratitudine. Faccio questo discorso perché credo che in questo momento ci sia bisogno degli artisti.”
Ci spiega che la canzone che sta per cantarci è nata prima della pandemia. “Penso sempre che, quando un desiderio cade, basti esprimere nuove stelle.” Il pezzo è appunto “Quando un desiderio cade”. Sono tante le cover che si susseguono durante la serata, totalmente riarrangiate, tanto da renderle diversissime dall’originale. Una di queste è la sua versione di “Quelli che benpensano” di Frankie HI-NRG MC, seguita da “Vengo dalla luna” di Caparezza.
Questa è l’ultima data e ci racconta la sua ripartenza quando è iniziato il tour: “E’ stato come fare le cose per la prima volta, come se tutto fosse nuovo, e anche le cose più semplici, come scegliere gli outfit o decidere la scaletta, erano diventate cose complicate. Fare la scaletta è decidere in quale mondo abitare e fare abitare chi viene a sentirmi.”
Spiega di come siamo abituati a distinguere le canzoni tra quelle felici e quelle tristi: “Ecco, se io dovessi darmi una collocazione…” Ridono tutti. Continuando a ironizzare sul suo repertorio, ci racconta di una donna che era stata al suo concerto in Puglia, la quale gli ha confidato di essersi depressa per tutto il tempo e di esserne stata felice.
È il momento di ascoltare “La vita breve dei coriandoli” e “Maneggiami con cura”.
Più si va avanti e più ci è chiara la profonda delicatezza di questo artista, che fa della sensibilità il proprio punto di forza, riuscendo a toccare le corde più profonde del cuore di chi lo ascolta.
Altra cover è “Un uomo nuovo” di Cesare Cremonini. A questo punto chiede al pubblico “Cos’è l’amore?” e dopo un iniziale silenzio, vengono fuori tante definizioni. Dopo aver ascoltato con molta attenzione, elenca alcune definizioni date da dei bambini e spiega come sia orgoglioso di scrivere e cantare canzoni d’amore.
Si va avanti con “Mantieni il bacio”, poi ci racconta di come ci tenesse ad arrivare in Sicilia con questo tour. Sono tanti i momenti in cui l’artista interagisce col pubblico e si racconta. Uno di questi è molto speciale e riguarda la cover del brano di Giuni Russo “La sua figura”. Prima di cantarla ci spiega come questo sia un pezzo che ha da sempre voluto in scaletta, perché gli ha attaccato sopra un pezzettino di vita. Unisce due storie, il legame con la nonna la quale, ogni volta che andavano a fare la spesa insieme, gli regalava un ombrellino di cioccolato, e Sant’Agostino, il quale scrisse dei versi per un amico scomparso, che vennero trasformati in questa canzone. La dedica è ovviamente ai nonni e alla loro mancanza.
Una versione totalmente rinnovata di “Kurt Cobain” anticipa uno dei momenti più toccanti del live. Chiede buio totale e spiega come per lui la geografia del buio possa ricondursi a quando di notte non abbiamo bisogno di accendere la luce per orientarci in casa. Questa è un’immagine potentissima che serve anche a comprendere chi si trova nel buio in questo momento. “È sbagliato dire a queste persone di cercare una luce, perché l’unico modo per uscire dal buio è attraversarlo. Ti ritrovi in una stanza che non conosci, sei al buio, e come in una casa senza finestre devi orientarti ad occhi chiusi.” Tutto questo gli è stato detto da un ragazzo, sul divano di casa, che l’ha guidato in quel momento. La sua canzone preferita era “Tutte le poesie sono d’amore”, durante la quale torna in scena Chiara Galiazzo.
Insieme ci regalano uno dei momenti più intensi e allo stesso tempo leggeri del live. La presenta come una cara amica, all’occorrenza anche dog sitter, e insieme eseguono una bellissima versione di “Ancora, ancora, ancora”.
Michele chiede a Chiara cosa sia l’amore e lei risponde “il fumo che aleggia su di noi, le polveri leggere, non si vede ma c’è”. Tutti ridono. Contemporaneamente c’è un effetto fumo sul palco e ne viene fuori un siparietto divertentissimo. Chiara va via augurandoci “che il fumo sia con voi” e Michele Bravi si preoccupa dei titoli di giornale del giorno successivo, che potrebbero fraintendere questa frase.
Il live si conclude con “Falene”, “Il diario degli errori” e “La vita breve dei coriandoli”, per chiudere con la colonna sonora di “Coco”, “Ricordami”.
Report a cura di Egle Taccia
Foto di Ilenia Bontempo