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No Book – “Complotto!”: l’ordine e il caos nella pazza carriera dei KLF

Titolo “Complotto!”, sottotitolo 1 “Caos, magia e musica house”, sottotitolo 2 “Storia dei KLF, il gruppo che diede fuoco a un milione di sterline”. Basterebbe forse questo a chiudere la recensione e ad aggiudicare all’autore John Higgs il nostro premio speciale per il libro più NonSense del 2019, ma lo scopo di questa nonrecensione è quello di invogliarvi a leggere una delle biografie a tema musicale più brillanti degli ultimi anni. Higgs, in quest’opera scritta nel 2013 e pubblica solo nel 2018 in Italia da Nero Editions, parte da una delle storie più folli dello show business degli ultimi decenni per offrirci una panoramica immensa sulla cultura e controcultura dal 1991 ad oggi.

Le assurde gesta dello scozzese Bill Drummond, musicista e produttore attivo dagli anni ’70, nonché scopritore di artisti cult come Julian Cope ed Echo & the Bunnymen, e del suo complice Jimmy Cauty, musicista ed artista alternativo britannico, sono state difatti un esempio unico di terrorismo musicale all’interno dello show business internazionale: inseguendo un’assai peculiare ed indecifrabile visione della musica legata alla magia, al situazionismo e alla teoria del “discordianesimo”, i due musicisti hanno con una serie di progetti negli anni ’80 sfidato la questione dei diritti d’autore, realizzando brani con campionamenti alle soglie del plagio dei quali hanno distrutto ogni traccia nel corso di esibizioni/happening divenute di culto, raggiungendo grazie alla propria ostinazione un incredibile successo planetario, grazie ad una serie di hit dance/house pubblicate sotto il monicker “The KLF”. All’apice del successo, il  duo decise di staccarsi da questo sistema prima mutandosi nel collettivo artistico “The K Foundation”, poi registrando nel 1994 un film che li immortalava intenti a bruciare un milione di sterline sull’isola scozzese di Jura, un’azione di cui non vollero dare spiegazioni lasciando sgomenti pubblico e media; dopo questa “performance”, i due si sarebbero dedicati a progetti personali di minor portata, giurando di non parlare più del “rogo incriminato” almeno per i 23 anni successivi.

Sintetizzata così, sarebbe facile liquidare la storia come una performance estrema o un atto di megalomania di due pazzoidi che non nascondevano l’utilizzo di sostanze psicotrope, tuttavia John Higgs trae molto di più dalla storia dei KLF: dal punto di vista musicale, anzitutto, perché dalla ricerca di Bill Drummond della “new sensation” in pieno periodo punk attraversiamo tutti gli anni ’80 scoprendo la veloce evoluzione di generi musicali, strumentazioni elettroniche, costumi sociali e, non ultimo, la nascita di generi come rap e hip hop che per primi hanno sfruttato i campionamenti di altri brani e che Drummond e Cauty, nei loro primi progetti, hanno spinto verso i lidi del plagio esplicito (di artisti come Beatles, Abba, Whitney Houston…), in una prima sfida al music business dominante e in un percorso che li avrebbe portati a sfornare una serie di hit – ancor oggi attuali e intriganti nel loro sound – che avrebbero rivoluzionato il mondo della dance e della fruizione della musica nei concerti, intrecciandosi con la cultura rave che stava nascendo in UK.

Non solo: in questa indagine, Higgs ci mostra come sia stato culturalmente ricco il “secolo breve” all’interno del XX secolo, parlando di musica, arti figurative, letteratura, ma anche delle opere nate in seno alla controcultura (dai fumetti di Alan Moore alle opere di Robert Anton Wilson); un periodo di fervore culturale che sembra essersi chiuso proprio nella prima metà degli anni ’90, con la house ed il grunge, prima di iniziare un – discutibile – declino con la fiammante scena britpop, dopo la quale la musica si sarebbe frammentata in tanti sottogeneri in attesa di una “next big thing” che ancora oggi stiamo attendendo. C’è la grande storia, da Kennedy a Reagan fino ai due Bush, dalla Thatcher a Tony Blair che avrebbe stravolto il modo di fare, o meglio, di parlare di politica, e la rivoluzione di Internet che proprio in quegli anni si avviava con NetScape e Windows 95. Ma si parla anche di economia e filosofia con importanti riflessioni sul denaro e la società consumistica, di storia e complotti, di informazione e disinformazione mirata a mandare in tilt il pensiero occidentale (“Operation Mindfuck”).

Nuovi media, nuovo modo di fruire la musica, nuova cultura digitale: nel mezzo, uno spartiacque socioculturale che solo oggi si inizia a riscoprire – le statistiche citate da Higgs indicano come il 1991-94 sia uno dei periodi meno ricercati sul web – e di cui,  in maniera forse assai consapevole o forse puramente casuale, i KLF possono essere considerati come efficace simbolo, di cambiamento consapevole o più realisticamente di smarrimento epocale: l’autore offre piena libertà ai propri lettori, lasciando scegliere loro la via del complotto ben articolato, della magia o delle coincidenze casuali (per davvero?) di cui questi folli ed adorabili personaggi sono stati protagonisti.

Un romanzo a tutti gli effetti multimediale ed ipertestuale, che appassiona il lettore fra storia ed inchiesta offrendo un catalogo incredibile di spunti per approfondire un importante e sottovalutato periodo storico, seguendo le gesta di due fra le più folli ed adorabili guide che si potessero trovare.

The KLF

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