Superata da poco la soglia dei trent’anni di onorata carriera, è tempo di bilanci per i Marlene Kuntz, che decidono di celebrare questo importante anniversario con la pubblicazione di ben due raccolte – “MK30 -Best and Beautiful” e “MK30 – Rarities and Covers” – e del volume autobiografico di cui ci accingiamo a parlare in questo articolo. L’autore è Cristiano Godano, frontman della band, e chi mai poteva raccontarci gli esordi dei Marlene meglio di lui? Il carismatico cantante è da sempre autore dotato di una scrittura sapiente e audace, figlia di un profondo amore per la letteratura ed espressa tanto nei testi dei MK quanto nella sua breve ma interessante opera letteraria, ed in questa importante narrazione dà fondo alla propria ispirazione, scavando fra i ricordi ed i materiali gelosamente custoditi, allo scopo di consegnare al pubblico un racconto vivido e coinvolgente del primo periodo artistico dei MK e non solo.
Assai particolare ci sembra la strategia narrativa adottata, legata in maniera indissolubile alle canzoni che hanno dato vita ai primi tre LP della band già a partire dal titolo: “Nuotando nell’aria – Dietro 35 canzoni dei Marlene Kuntz”, è un viaggio nel tempo e nello spazio alla scoperta della nascita di una band attraverso quei brani epocali nati in un contesto ben preciso, quello della provincia di Cuneo e di tre ragazzi che guardavano oltre i confini del pur lieto ambiente della propria terra circondata da colline e montagne, alla ricerca di qualcosa di grande da creare con le proprie mani, ispirandosi ai propri miti della musica internazionale, che pure spesso riuscivano a fare capolino in qualche locale storico fra il capoluogo, Bra e la metropoli torinese. Non lo dice espressamente Godano, ma ci piace immaginare che il titolo scelto, oltre a ricordare la canzone simbolo per eccellenza del loro storico esordio “Catartica” rappresenti un po’ le fantasie ad occhi aperti di Riccardo, Luca, dello stesso Cristiano e dei tanti bassisti alternatisi nella line-up dei MK, desiderosi di vivere della propria musica.
Ad ogni modo, l’autobiografia è suddivisa in tre sezioni principali, ognuna delle quali racchiude i capitoli dedicati ai brani contenuti per l’appunto in “Catartica”, “Il Vile” ed “Ho ucciso paranoia”: trentacinque canzoni che diventano occasione per rievocare ricordi del passato, fatti più o meno curiosi ed aneddoti, saltando qua e là nello spazio tempo con digressioni ulteriori o considerazioni sulla musica e l’attualità dei giorni nostri; un vero e proprio flusso di coscienza all’interno del quale Godano ricostruisce la sua vicenda personale e quella dei colleghi, descrivendo quello che è stato il percorso formativo della band ma, soprattutto, la sua educazione sentimentale, poiché la musica dei Marlene Kuntz nasce da un atto d’amore nei confronti dei grandi musicisti e della letteratura, magistralmente espresso in queste pagine.
Alle vicende artistiche e personali della band vengono inframmezzate considerazioni e storie relative agli artisti che hanno contribuito alla formazione del loro stile, da Nick Cave ai sonic Youth, dai Gun Club ai CCCP/CSI, da Borges a Foscolo: così descritto sembra che la narrazione salti spesso di palo in frasca, interrompendosi in divagazioni di ogni genere, ma in realtà Godano è assai bravo a lasciar trasparire un entusiasmo ancora vivo ed attuale, nell’intenzione di offrire al lettore una ricchissima serie di spunti e stimoli, cercando tanto di narrare la storia dei Marlene quanto di condividere con lui l’amore per tutte quelle opere che hanno influenzato indelebilmente lo stile dei MK.
In questo gioco di incontri, coincidenze e serendipità nascono i primi capolavori della band, lucidamente analizzati sia nel contesto dei ricordi che in quello attuale, descrivendo il percorso di crescita del gruppo ed il suo naturale sfociare nelle sonorità diverse degli album successivi, figli di una nuova forma mentis e di un approccio musicale derivato da una sensibilità desiderosa di far crescere ed evolvere le capacità dei MK; una narrazione che consente a Godano di togliersi signorilmente qualche sassolino dalle scarpe nei confronti dell’ortodossia dei fan della prima ora, che vedono i veri MK solo in questi primi tre album.
Non volendo anticipare alcun episodio – sebbene, a onor del vero, quelli relativi a “Il Vile” siano stati già pubblicati sulle pagine social della band ai tempi del tour per il ventesimo anniversario dell’album – chiudiamo questo articolo consigliando senza alcun dubbio la lettura di “Nuotando nell’aria”: tanto i fan dei Marlene, principali destinatari dell’opera, quanto i lettori curiosi, si troveranno immersi in una narrazione adrenalinica e carica di stimoli intellettuali, che li porteranno ad interessarsi alle canzoni della band ed ai riferimenti artistici che hanno portato alla loro composizione, leggendo avidamente in pochi giorni le quasi 350 pagine che compongono questo bel volume edito da “La Nave di Teseo”.