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No Book – “Storia di un tatuaggio”: la fissità del qui ed ora

Affrontare il tema della morte nella letteratura, come nell’arte in genere, è sempre, ai fini dell’esito e della comprensione del messaggio che l’autore vuol trasmettere, un lavoro delicato e controverso per certi aspetti. D’altro canto, è indubbio che nei momenti di difficoltà leggere un libro, una poesia, un articolo può aiutarci a familiarizzare con le emozioni e i sentimenti che sperimentiamo, ad approfondire le nostre riflessioni, a ritrovare esperienze simili, o del tutto diverse, dalle nostre, da cui imparare nel confronto con il dolore e la sofferenza.

Ma “Storia di un tatuaggio” di Fabiana Taddei, edito da Nomadistad, non è solamente, non è propriamente un romanzo che parla di morte. Morte sì, come punto di partenza e quale “pretestuoso” filo conduttore della trama che, invece, indirettamente ci dice di una rinascita e ci pone dinnanzi all’infinita varietà delle sfumature dell’Amore, nell’accezione più ampia e totale del sentimento. Amore per la vita anzitutto e per tutte le cosiddette “crisi di crescita” che prima o poi ciascuno di noi è chiamato a vivere. Ogni momento critico è una piccola o grande morte e tutti possiamo imparare a vivere questi passaggi di “morte- rinascita” al meglio. E parte da questa implicita constatazione la vicenda che si snoda, quindi, nel racconto a ritroso del trascorso della protagonista, un trascorso forte, ingombrante, doloroso e tuttavia, al contempo, bello perchè vissuto, perchè autentico nell’intensità delle emozioni attraversate. Quelle emozioni che ci danno, come mi piace credere e dire, la percezione di essere vivi. Il senso della vita, dunque. E allora, perchè non fissare un momento importante della nostra vita con un segno permanente ottenuto superando una dolorosa prova di coraggio? Perchè, quindi, non servirsi di disegni più o meno grandi, nomi di persona, parole e frasi talvolta scritte anche in altre lingue per testimoniare, rammentandoli, amori finiti, conquiste raggiunte, persone importanti, insegnamenti, rimproveri, desideri, speranze, forza, femminilità riscoperta, coraggio?

In poche parole : perchè non tatuarsi?

“Convivono frammenti di storie sul mio corpo, tratti di inchiostro e cicatrici, solchi fibrosi sotto la pelle e parole impresse, simboli, emozioni e sogni” scrive Fabiana Taddei ed è così che i tatuaggi diventano un simbolo di appartenenza, un sentimento, siglato sul corpo nella più irrevocabile delle maniere grazie anche alle mani di un artista (il tatuatore) che riesce a dare forma ad una idea, ad una emozione, ad una espressione dell’interiorità altrui. Un corpo su cui prendere “appunti” da ricordare, da non dimenticare anche quando fanno male e che diventa una forma di comunicazione non verbale (all’apparenza frivola) che esprime un vissuto interiore. E’ la storia di una donna che viene così raccontata dal suo corpo, tra segni a volte voluti a volte inaspettati, una metafora struggente e perciò bellissima di questo viaggio che chiamiamo vita. Il tatuaggio segno fisico, reale che diventa ed è la fissità del qui e ora. Tatuarsi per fissare il momento presente, quello che nel presente si prova, sente, vive. Nella gioia e nel dolore.

Storia di un tatuaggio è un libro che sin dalle prime frasi coinvolge e trascina per l’intensità della scrittura. Scritto in prima persona, con ricchezza lessicale da linguaggio diretto, scevro da barocchismi inutili, che si dipana in un equilibrio perfetto tra narrazione, essenziale descrizione e introspezione. Una scrittura diretta, schietta che non edulcora i fatti, emotivi e non, narrati. Leggendo la Taddei si ha la netta sensazione di aver letto più di quanto ci sia scritto, tale è la forza evocativa della sua scrittura. Scrittura carnale, cruda. Spietata, al pari della vita, talvolta, quando ci arriva addosso nel suo espletarsi per ciò che è: mera vita. Ma pure asettica nel descrivere mutamenti del corpo o le azioni invasive che un intervento chirurgico, una malattia, l’effetto della morte stessa producono nel fisico.

Storia di un tatuaggio è l’opera prima di Fabiana Taddei che come lei stessa dice “rappresenta al tempo stesso un arrivo, il sogno di una vita e una partenza verso un mondo nuovo tutto da scoprire” ma per chi lo legge è indubbiamente un testo non banale, che lascia un segno profondo pagina dopo pagina nel viaggio vissuto insieme alla protagonista. E’ un’opera che consiglio. E mi rivolgo a chi nella letteratura contemporanea, italiana soprattutto, cerca qualcosa di vero e differente, lontano da schemi preimpostati e copioni da seguire per accontentare un pubblico oramai disattento e sazio. Lo suggerisco a chi ha fiducia in qualcosa di nuovo che, spesso, arriva inaspettato sotto a quel cielo azzurro che non tutti sanno guardare.

Laura Rapicavoli

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