Loredana D’Anghera è un’importante vocal coach, ha “curato” diverse voci del mondo della musica, ma nel suo curriculum vanta anche molte altre specializzazioni in ambito artistico e varie collaborazioni in qualità di cantante.
L’abbiamo intervistata per conoscere meglio i vari aspetti della sua carriera e altro ancora.
Vocologa, cantante, insegnante… e la lista è lunga. Cosa rappresenta per lei la musica?
Per me la musica è un’esigenza, come può essere nutrirsi o dormire, non esiste per me un tempo lungo senza musica.
Dal 2001 è Direttore Artistico del Premio Lunezia Nuove proposte. Come si è evoluto, a suo avviso, l’approccio dei giovani artisti al mondo della musica in questi anni?
Si è evoluto/involuto, a mio parere infatti per curare la cultura vocale si è esagerato nella ricerca della perfezione, che nel pop, per mia esperienza, toglie personalità. Tutti oggi sanno più o meno cantare, ma come si può notare non basta, le voci appaiono omologate, tutte uguali; in questo lo studio smodato e la tv che esalta certi canoni hanno fatto il resto. Direi che c’è stata una involuzione, invece, per lo studio della storia della canzone e di chi ne ha fatto parte, in quanto non vedo i giovani artisti interessati ad approfondire il retroterra culturale cantautorale italiano, è da lì che si deve partire per imparare a scrivere buone canzoni, si è invece dato troppo peso alla musica di importazione americana, vedi il rap, che non ci appartiene e non fa parte della nostra cultura.
È stata anche critico musicale per Rai News del Festival di Sanremo del 2013. Quest’anno ha guardato la kermesse? Come ha trovato i brani in gara?
Ho trovato una discreta varietà di canzoni, ma non c’erano eccellenze compositive nei brani, né tantomeno voci particolarmente interessanti tra i giovani, tutto piuttosto sottotono a livello di guizzi musicali e di interpretazione.
Nella sua carriera ha collaborato con numerosi artisti, c’è qualcuno in particolare che l’ha colpita per affinità o altro?
Ho avuto il piacere di collaborare ed esibirmi con autori diversi nella mia vita, per citarne qualcuno Bungaro, Mario Lavezzi, Gaetano Curreri con i quali ho inciso dischi e cantato live, c’era un leit-motive che li accomunava, un infinito entusiasmo di fare musica, questo mi ha colpita.
Che consiglio si sente di dare a chi sta muovendo ora i primi passi nella musica?
Di non avere fretta, di prendersi il tempo necessario per trovare il proprio sentire espressivo e soprattutto di non volere a tutti i costi apparire, i tempi giusti arrivano se ti costruisci un percorso tuo senza perderti di vista, non dimenticando mai la tua vera passione.
Domanda Nonsense: un brano che amava cantare da bambina?
Mi divertivo molto a cantare a mia nonna la sigla di “Quark”…ho scoperto solo molto più tardi (studiando) che si trattava dell’aria sulla quarta corda di Bach!
Intervista a cura di Cinzia Canali