Dente e Guido Catalano, sotto la regia di Lodo Guenzi de Lo Stato Sociale, si sono lanciati in un’avventura insieme che ci presentano come: “Non un reading, non un concerto, non una commedia dialettale e nemmeno uno spettacolo circense, non un balletto, un workshop, uno spogliarello burlesco e neppure una dimostrazione di prodotti di bellezza o aspirapolveri”.
Per scoprire quello che “Contemporaneamente insieme” è, non c’è altro modo che andare a vederli in una delle varie tappe che toccheranno l’Italia fino a fine marzo. Nel frattempo potrete trovare qualche succulenta anticipazione in questa intervista di Egle Taccia…e, mi raccomando, non dimenticate la penna!
Qual è stata la scintilla che ha dato il via a questo progetto?
In realtà di scintille ce ne sono state più di una, non è stata unica. Io e Guido ci conosciamo da un po’ di tempo, da quattro anni, non tantissimo. Da subito in me c’è stata una scintilla che ha detto “mi piacerebbe collaborare con questa persona”, anche quando non lo conoscevo personalmente, quando leggevo le sue cose. Quando poi ci siamo conosciuti di persona, abbiamo capito che andavamo d’accordo, cosa che era anche abbastanza intuibile da quello che avevamo fatto nelle rispettive carriere; abbiamo cominciato un po’ a collaborare l’uno con l’altro in modo abbastanza naturale, fino ad arrivare a questo punto. Ci siamo detti “perché non facciamo una cosa abbastanza strutturata, fatta bene, con noi due insieme, invece di fare apparizioni e ospitate come abbiamo fatto finora, visto che hanno funzionato bene?” Così ci è venuto naturale pensare a uno spettacolo un po’ più strutturato.
Tu, Guido Catalano e Lodo Guenzi dall’esterno date l’impressione di essere molto diversi. Cosa accomuna le vostre personalità?
Effettivamente hai ragione, sembriamo delle persone molto diverse e forse lo siamo anche. Nello spettacolo c’è una frase che viene detta da Lodo, una frase registrata ovviamente, perché lui non c’è durante lo spettacolo, ma Lodo ha registrato tanti audio, di nascosto, mentre parlavamo tra di noi, e nello spettacolo c’è questa sua frase che dice: “nessuno può toglierci il fatto che siamo tre disadattati che cercano di fare combaciare degli spigoli”. E questa, forse, è la cosa che ci accumuna, effettivamente. Una frase detta così, improvvisata, di Lodo, che però credo sia rappresentativa di quello che ci lega.
Che ruolo ha avuto Lodo nella costruzione dello spettacolo?
È stato abbastanza importante, perché io e Guido ci siamo incontrati, abbiamo cominciato a ragionare su questo spettacolo nella primavera dell’anno scorso, e per tutta l’estate fino all’autunno, quando ci siamo resi conto che avevamo tante idee, tante cose scritte, tante cose nuove, tanto materiale anche di repertorio, da mettere in questo spettacolo, ma ci mancava un occhio esterno che ci potesse dire come mettere in fila queste cose. Quindi ci siamo rivolti a lui, che è un esperto di queste questioni, perché è uno che viene dal teatro, che fa l’attore, che sa come fare la regia di uno spettacolo. Non essendo questo uno spettacolo teatrale nel senso stretto del termine, era anche abbastanza difficile inventarsi il modo di farlo. Lui è stato molto bravo, perché attraverso questi audio, che ci ha rubato mentre parlavamo, registrandoci di nascosto, ha costruito una sorta di storia dello spettacolo nello spettacolo. Durante la serata ci sono questi audio rubati in cui noi parliamo dello spettacolo, del modo in cui lo facciamo, e anche registrazioni in cui io parlo di Guido e Guido parla di me mentre l’altro non c’è. Lodo ci ha presi in disparte e ci ha chiesto “ma tu cosa ne pensi di Guido? Quand’è che l’hai conosciuto la prima volta? Come ti è sembrato?” ed abbiamo parlato molto a ruota libera, perché non sapevamo di essere registrati. Quindi ha fatto uscire fuori anche quel lato intimo, se vuoi, che normalmente non si vede in uno spettacolo. È stato molto utile in questo, ma anche perché ha fatto una regia delle luci, ha creato una certa drammaturgia di tutto lo spettacolo, che noi non saremmo stati in grado di creare da soli.
Mi hai sempre dato l’impressione di essere un timido. Come ti sei ritrovato a confrontarti col teatro? In qualche modo è cambiato il tuo modo di affrontare il pubblico?
No, perché non è, come ti dicevo, uno spettacolo teatrale. È uno spettacolo in cui sì, ci sono anche delle parti in cui io e Guido parliamo, teniamo un canovaccio, parliamo e improvvisiamo un po’ e poi ci sono delle cose preparate, però la differenza rispetto a uno spettacolo teatrale è che non stiamo interpretando qualcun altro, siamo comunque noi stessi che parliamo, cosa che ho sempre fatto durante i concerti, negli spettacoli. Mi piace fare gli incontri, parlare su un palco è una cosa che mi viene abbastanza facile, quindi non noto una grande differenza; l’unica cosa diversa è che in uno spettacolo di questo tipo, ovviamente , non sei in un incontro dove puoi parlare di quello che ti passa per la testa, ma ci sono dei tempi da rispettare e delle cose da dire, però questo non mi ha cambiato tantissimo.
Che tipo di ruolo ha il pubblico durante lo spettacolo?
È importante, perché a un certo punto dello spettacolo c’è anche un’interazione con il pubblico, che finalmente siamo riusciti a provare per la prima volta a Saluzzo l’altra sera. Abbiamo fatto la prima, eravamo molto dubbiosi, perché non sapevamo se potesse funzionare o meno. È una sorta di interazione. Noi abbiamo scritto che è necessario portarsi una penna, perché all’ingresso vengono distribuite delle cartoline sulle quali il pubblico deve scrivere delle cose dalle quali poi ne scaturiscono altre; insomma, è meglio non svelare cosa succede, perché è bello vederlo lì per lì. Diciamo solo che il pubblico è importante. C’è questo momento di interazione che ha funzionato ed è molto divertente.
Visto che sta andando molto bene, avete già pensato al futuro?
Sì, certo, abbiamo pensato al futuro e stiamo cercando di capire se questo spettacolo andrà avanti anche quest’estate oppure si fermerà al 20 di marzo. Ci stiamo ragionando.
Domanda Nonsense: Una giornata tipo del vostro tour insieme.
Non è molto nonsense in realtà. Abbiamo fatto la prima data, ma la vita da tour non è ancora partita, partirà domani (24 gennaio), perché io e Guido prendiamo un aereo e andiamo a Lamezia Terme, quindi comincerà domani il vero viaggio, anche perché la data che abbiamo fatto, la prima, era a Saluzzo, quindi tra Milano e Torino, perciò non abbiamo neanche viaggiato insieme, perché lui veniva da Torino e io da Milano. Ci siamo incontrati là. Domani sarà il primo viaggio che faremo insieme, vediamo un po’ come va, dobbiamo attraversare tutta la Sicilia e sarà molto bello.
