Delirio Experience è il sesto album in studio dei Meganoidi, band ligure definita come uno dei gruppi più importanti della scena indipendente italiana. Il disco, concepito e scritto da Luca Guercio e Davide Di Muzio, ha richiesto meno sessioni di prove rispetto al passato, ma è stato incentrato molto sulla tessitura armonica e sui testi.
Luca ha risposto a qualche nostra domanda su questo nuovo lavoro.
Con questo nuovo lavoro festeggiate anche 20 anni di carriera. Cosa vi rende più orgogliosi del percorso intrapreso fino ad oggi?
Siamo orgogliosi di avere sempre fatto quello che ci piace e di avere sempre avuto un rapporto diretto e sincero con il nostro pubblico. Un rapporto fatto di abbracci, di discussioni, di confronti e di una birra insieme alla fine del concerto.
Dopo tanto tempo come vi approcciate alla composizione dei brani? Immagino risulti tutto molto spontaneo…
La scrittura è una cosa veramente spontanea, non facciamo dischi ogni anno. Quando scriviamo è perché abbiamo qualche cosa da dire o da raccontare.
Con “Delirio Experience” pare vi siate messi ancora più a nudo. Era questa la vostra intenzione?
La nudità è libertà, non vergogna, quindi sì, ci siamo messi ancora più a nudo, in modo diretto. Diciamo che “Delirio Experience” è un disco dei Meganoidi senza veli.
L’artwork di copertina, con tutta quella frenesia di colori, rispecchia molto lo spirito dei brani. Chi è l’artefice?
Il grande Massimo Kabuto Repetto. Ci siamo incontrati, abbiamo fatto due chiacchiere ed ha subito colpito nel segno. Questa è un po’ la nostra fortuna, trovare persone in sintonia con noi. Un po’ come è successo per “Delirio Experience” che, come recita il nostro brano, parla di un cocktail di fantasia “irriverente, fresco e colorato” e che ora è diventato realtà grazie a Gennaro Acampora, che lo ha creato sotto nostra richiesta dentro il suo The Honey Bar a Genova. Lo si può bere anche al 30 e Lode a Milano grazie a Davide Biagini, anche lui grande amico dei Meganoidi che lo serve appunto nel suo bar. Vi consigliamo di assaggiarlo o di prepararvelo, ecco la video ricetta https://youtu.be/BBcgnMg00TQ
Una delle caratteristiche che più apprezzo del vostro modo di fare musica è la continua voglia di esplorare. Questo è stato più un pro o un contro per il mercato discografico?
Ogni cosa ha dei pro e dei contro. Secondo il mio modesto parere se fossimo rimasti fossilizzati sul primo disco, avremmo magari bissato più facilmente il successo ma saremmo poi spariti. Continuando a fare ricerca invece siamo cresciuti insieme al nostro pubblico, siamo diventati più maturi e abbiamo trovato nuove formule per esprimerci. La musica e la composizione sono ricerca nella comunicazione e nella propria anima: se cerchi altro, ti dimentichi di emozionarti.
Il nuovo tour vi ha già visti protagonisti su vari palchi, la vostra seconda casa, il pubblico come ha reagito di fronte ai nuovo brani?
Il nostro pubblico è abituato alle novità, ma questa è la prima volta che ha iniziato da subito ad accogliere la novità con il sorriso. Tra il nostro nuovo lavoro ed il nostro pubblico è stato amore al primo ascolto, e questa è la cosa più emozionante che possa capitare a degli operai delle note.
Domanda Nonsense: cena prima o dopo il live?
Noi mangiamo quasi sempre prima, anche se sarebbe meglio mangiare dopo, ma salendo sul palco quasi sempre intorno alle 23, reggere fino all’una diventa difficile!
Intervista a cura di Cinzia Canali
