A distanza di due anni dalla pubblicazione dell’EP d’esordio “Blu Macchiato Di Blu”, il progetto TEXILE torna con Summertime, un lavoro composto da quattro brani collegati da un sottile filo conduttore, ossia un fondo malinconico e decadente che aleggia dietro l’apparente spensieratezza di ogni singola traccia.
Cominciamo dall’inizio: chi e cosa c’è dietro il progetto TEXILE
Il progetto nasce a Cagliari nel 2016 dall’incontro tra Valentino Murru (già batterista e paroliere degli Antennah, band prodotta dal Consorzio Produttori Indipendenti di Gianni Maroccolo e company), il chitarrista Luca Becciu e la cantante Grace.
TEXILE è un luogo fisico, un monumento naturale roccioso che si erge solitario nel cuore della Barbagia e scruta orizzonti lontani. Il nome della band è stato adottato da Valentino, che ha origini barbaricine, perché fascinoso, enigmatico e suona bene anche all’estero.
“Sei Fatto Di Me” è il primo brano estratto da “Summertime”, la vostra ultima fatica: di cosa parla?
Il brano, nella sua indolenza, racconta di un amore disfunzionale e malato. La scelta di cantare il ritornello in francese vuole essere un nostro omaggio a Serge Gainsbourg.
Qual è il filo conduttore che lega tra loro i brani del vostro nuovo EP e che tipo di sonorità li caratterizza ?
Non esiste un filo conduttore chiaro e ben definito, per quanto è possibile ci muoviamo in libertà senza precludere nulla e ogni traccia è una micro storia a sé. Il nostro suono è un sublimato emotivo di Indie Pop/Rock, venature New Wave e Disco, canzone d’autore, scenari onirici, fragore e riverberi lontani. La nostra musica è inevitabilmente influenzata dai silenzi millenari dell’entroterra sardo e dal forte vento di Maestrale che attraversa l’isola.
A distanza di due anni dalla pubblicazione di Blu Macchiato Di Blu cosa è cambiato?
Il primo EP era caratterizzato da un utilizzo più marcato delle chitarre e dell’italiano per i testi. Con la nuova produzione (la firma è sempre di Stefano Guzzetti), il nostro sound si è spostato verso sonorità un po’ più fredde e dominate da un uso più marcato dei synth e del sequencer e abbiamo adottato l’inglese per alcuni brani.
Domanda nonsense: cosa c’è di paradossale nella vostra musica?
Paradossalmente non esistono paradossi nella nostra musica!
A cura di Laura De Angelis
