Promesso, nessuno spoiler!
Stranger Things è, anche, il titolo dell’ultimo singolo, uscito per 1981 Records, dei Vanilla Sky. Nel brano, inedito, la band italiana conosciuta e apprezzata in tutta Europa, sfrutta le battute più famose dello show per creare una storia che viene raccontata in un modo del tutto unico e originale.
Assolutamente da vedere il videoclip che ha come protagonista un bassotto innamorato della sua palla giocattolo.
“Stranger Things” è un omaggio ad uno degli show televisivi americani di maggior successo. Com’è nata questa idea?
VINX: appartengo alla generazione degli 80 e sono amante dei generi scifi-horror-avventurosi. Quando lo scorso febbraio abbiamo deciso di riprendere in mano gli strumenti, scrivere qualcosa di nuovo che omaggiasse la cultura pop della mia infanzia tramite una canzone che viaggiasse in parallelo con la serie (che adoro) mi è sembrato il passo più semplice.
È passato diverso tempo dal vostro ultimo lavoro discografico e dai silenzi di solito nascono spesso grandi cose, è accaduto anche per voi?
VINX: non abbiamo mai ufficializzato il nostro silenzio ma abbiamo uno storico che supera i quindici anni di carriera e non ci sentiamo di dover più dimostrare niente a nessuno. Scriviamo e suoniamo perché ci piace e se qualcosa di successo verrà fuori ben venga.
C’è un disco in arrivo? Potete rivelarci qualcosa al riguardo?
VINX: siamo tutti impegnati nell’industria musicale ed abbiamo ormai delle vite completamente diverse gli uni dagli altri. Ciononostante proviamo a scrivere di tematiche che ci stanno a cuore come abbiamo sempre fatto. Sicuramente da un punto di vista diverso rispetto a quello che avevamo a 20 anni.
Siete considerati una delle band più celebri nel panorama alternativo internazionale, ma da dove è iniziato il successo dei Vanilla Sky?
VINX: la band non ha inventato niente di nuovo ma siamo stati forse tra i primi in Italia (mi azzardo in Europa) ad aver importato, sdoganato e divulgato il genere pop punk dei primi anni 2000. All’epoca era un genere esclusivamente di nicchia e decisamente fresco se non addirittura da scoprire. Il mercato non ne era saturo e la scena underground ne permetteva l’esplorazione. Molti attribuiscono a la celebre cover di “Umbrella” il nostro successo, ma “Umbrella” arrivò nel 2007 ed all’epoca avevamo già due dischi all’attivo e più di trecento date tra Europa e Giappone.
Che visione avete della scena musicale italiana di questo ultimo periodo?
VINX: posso parlare solo dal mio punto di vista personale e sono contento che oggi ci siano artisti in grado di manifestare il proprio pensiero con generi musicali una volta considerati antiestetici o comunque inascoltabili. Internet ha sdoganato la musica nella sua interezza portandola a tutti e l’Italia non fa eccezione. Ciononostante oggi fare il musicista è difficilissimo e si presta sempre più attenzione al lato estetico piuttosto che quello intrinseco musicale. Non apro neanche la parentesi sui talent.
Domanda Nonsense: Il gesto più assurdo di un fan nei vostri confronti?
VINX: il primo che mi viene in mente è quello di un fan che si è tatuato il titolo di una mia canzone sul fianco. Lo trovo ancora oggi lusinghiero e decisamente assurdo.
Intervista a cura di Cinzia Canali