And you can’t build the night è il titolo del nuovo album di Roberta Arena, aka Diana, cantautrice nata a Pietrasanta (Lucca) nel 1983. L’amore nella sua evoluzione, il rapporto dell’uomo con la natura, synth, casse dritte, folk…c’è tutto questo e molto di più nel disco uscito a fine settembre per Manita Dischi.
Dovessimo presentare Diana al pubblico?
Diana è un pensiero che ti porta lontano, in paesaggi infiniti e desolati, in un sogno. Ci lascia fluttuare dove tutto è possibile, ci fa riflettere, ci fa sorridere.
È la compagna perfetta per un viaggio.
“And you can’t build the night” vede una presenza massiccia di elettronica, ma non mancano venature pop e folk, complice quella passione per la chitarra classica nata da bambina?
Probabilmente. Il mio approccio alla musica l’ho avuto con la chitarra, da poco tempo mi sono appassionata all’elettronica, che mi aiuta a ricreare le giuste atmosfere. Ho iniziato a suonare la chitarra a 16 anni e non l’ho mai più abbandonata. La musica è cosi ampia e varia che non smetterei mai di imparare a suonare tutti gli strumenti musicali esistenti! Sicuramente per me è il momento dei synth. Sono quelli che mi attraggono e sono quelli che sorreggono la mia musica.
Per quanto riguarda i testi sono i sentimenti in tutti i loro aspetti a predominare. Da cosa trai particolare ispirazione quando scrivi?
Cerco di scrivere sempre di cose che ho vissuto o cose che qualcuno mi ha raccontato e che mi hanno colpito. Spesso tendo, almeno per le cose che vivo in prima persona, ad enfatizzare i sentimenti o ad immaginare la situazione come se stessi vivendo in un film. Mi piace unire le immagini al testo e descrivere a parole quello che vedo. Uno dei miei sogni infatti è di scrivere la colonna sonora di un film o di un cortometraggio!
Nel disco canti sia in italiano che in inglese, riesci a trovare la massima libertà d’espressione in entrambe le lingue?
Come ho già detto in altre interviste, scrivo sempre non pensando troppo a quello che sto facendo. Cerco di vivere la musica in “purezza” almeno quando l’ispirazione mi accompagna. Credo di sentire a pelle quando ho bisogno dell’Italiano e quando della lingua inglese. Per ora mi sono sempre lasciata andare e sicuramente sono usciti brani “sinceri”. Per il futuro non so se tenterò di “sforzarmi” nel mantenere una linea più definita, per una questione di omogeneità. So solo che tenterò di farlo nella maniera più spontanea possibile.
C’è un brano dell’album che ti emoziona particolarmente cantare?
Sicuramente ci sono dei brani a cui sono più affezionata, sia per come sono nati che per come li vivo. Certo, sono comunque tutti figli miei!
Però devo dire che “Se l’amore non è un astronave”, “Ottanta” e “Lost” sono i brani che prediligo suonare dal vivo.
Ci sarà un tour di presentazione?
Assolutamente sì, stiamo organizzando le date compatibilmente agli impegni di tutti. Sicuramente inizieremo dal centro sud fino ad arrivare al nord Italia. Spero di iniziare a girare il prima possibile.
Domanda Nonsense: si può vivere senza caffeina in circolo?
ASSOLUTAMENTE NO! Sono molto dipendente dalla caffeina, non posso alzarmi dal letto senza!
Intervista a cura di Cinzia Canali