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No New – “ELETTRO ACQUA 3D”: il primo concept album in 3D audio

Uno è un cantautore, giornalista, storico social media manager della Nazionale di Calcio ed esperto del mondo digitale, l’altro è diplomato in pianoforte, con una laurea specialistica in musica elettronica ed insegnante di musica e pianoforte. Marco Di Noia e Stefano Cucchi hanno dato vita ad un progetto assolutamente innovativo, “ELETTRO ACQUA 3D”, realizzato in collaborazione con il fonico Andrea Messieri.

Non solo il primo concept album realizzato con la tecnologia del 3D audio, ma anche il primo app-album italiano. Com’è arrivata questa illuminazione?

DI NOIA: Più che illuminazione la definirei una reazione. Sono sempre stato dell’idea che l’avvento di internet e della pirateria avesse in un certo senso penalizzato quei progetti artistici musicali che non trovano abitualmente spazio nel mainstream. Tuttavia ho provato ad accettare questo storico cambiamento, ho reagito e iniziato a considerare il web come un alleato da sfruttare, e non come un nemico della musica. Nella fattispecie l’app faceva al caso nostro, perché ci avrebbe consentito di mettere a cornice del nostro album quei contenuti extra di approfondimento che, secondo noi, erano utili per la piena comprensione di un lavoro artistico e di ricerca sonora, che ha richiesto complessivamente quattro anni di sviluppo. Inoltre la realizzazione di un’app ben si sposava con la decisione di impiegare le tecnologie di mixaggio binaurale per realizzare un viaggio musicale in 3D audio per cuffie e auricolari.

Come hai appena accennato, un aspetto interessante da non sottovalutare è la possibilità, attraverso un’interfaccia dell’app-album, di accedere a contenuti di approfondimento, immagini e video. Voi avete scelto anche di affidare a Cristian Musella (visual-artist) la realizzazione di “mini-mondi” ad hoc per ogni brano…

DI NOIA: Siamo particolarmente orgogliosi del featuring con Cristian, che ha reinventato con i suoi omini i mondi delineati dai miei testi. Tra l’altro il suo stile enunciativo è un efficace esempio di come oggetti di uso comune possano essere riutilizzati a fini artistici. La realizzazione tecnica dell’app è invece durata un paio di mesi: giorni di confronti giornalieri con il competente team di Fingerlinks, che ha sviluppato il software, e qualche dritta dal guru digitale e amico Nino Ragosta. 

Per permettere all’ascoltatore di immergersi totalmente nell’ascolto tridimensionale dell’album, gli 11 interludi sono stati collegati agli 11 brani con diverse tecniche di sintesi sonora e mixaggio interamente binaurale. Spiegateci meglio il processo.

CUCCHI: L’idea che ci ha guidato è stata quella di portare l’ascoltatore in mondi sonori differenti, in relazione ai luoghi geografici o alle situazioni emotive dei brani. I “paesaggi sonori” sono stati costruiti attraverso suoni reali registrati da Marco nei suoi viaggi e suoni creati da me con varie tecniche di sintesi.
Per rendere l’esperienza ancora più coinvolgente ho usato la tecnica del mixaggio binaurale, che, attraverso l’uso di cuffie o auricolari, permette all’ascoltatore di percepire i movimenti dei suoni intorno alla propria testa.
In questo modo, dal momento che le cuffie isolano dall’ambiente esterno, l’ascolto risulta più immersivo.

Per quanto concerne la parte musicale, avete utilizzato più di 40 strumenti e collaborato con grandi musicisti come Dan Lacksman, Thomas Bloch e Peter Pichler. Quanto tempo avete impiegato per dar vita ad un’impresa di tale calibro?

CUCCHI: Ci abbiamo impiegato quattro anni: dalla stesura dei brani, all’ideazione del viaggio ideale, ai provini, alla produzione vera e propria, con anche l’identificazione di un mondo sonoro e timbrico per ciascun episodio. Anche cercare gli strumenti rari è stata un po’ un’avventura, io stesso non sapevo dove reperire un trautonium o le ondioline! Fortunatamente la collaborazione con gli ospiti stranieri è stata molto agevolata dalla tecnologia. Oggi è molto facile spedire file audio e spartiti, e gli ospiti hanno potuto registrare in libertà ciascuno nei propri studi e inviarci le registrazioni che poi noi abbiamo mixato.

Spostando l’attenzione verso il concept dell’album, raccontateci cosa vi ha portati ad addentrarvi in questo viaggio dell’acqua.

DI NOIA: Realizzare un concept sull’acqua era un desiderio che avevo da diversi anni, e che Stefano ha scelto di sposare con entusiasmo. Inizialmente siamo partiti a comporre insieme “Il Mare per chi non ce l’ha”, per cui ho scritto un testo a partire dalla riflessione che molti dei più bei brani dedicati al mare sono stati scritti da autori che non sono nati in località balneari. Penso alle tante canzoni del bolognese Lucio Dalla e alle sue atmosfere pregne di aria salmastra, ma anche a “Genova per noi”, portata al successo da Bruno Lauzi, ma scritta dall’astigiano Paolo Conte, tra l’altro autore anche di “Onda su onda”. Così, dopo avere lavorato a questo brano, che andava a unirsi ad altre due mie canzoni legate all’acqua – “Piccoli Navigli” e “Il Ponte sulla Drina”- abbiamo deciso di continuare a seguire quella rotta.

E voi due invece come avete deciso di unire i vostri talenti?

CUCCHI: Ci siamo conosciuti tramite un annuncio su un sito musicale; ciascuno con le proprie competenze e attitudini personali, ma anche con aspetti comuni, come la propensione alla ricerca e al racconto in musica. Quella che doveva essere una semplice collaborazione per la stesura di alcuni brani, è diventata un sodalizio artistico che ha consentito a entrambi di esprimere al massimo le proprie potenzialità.

Dove pensate di condurre i viaggiatori che continueranno a seguirvi nel percorso appena iniziato?

DI NOIA: Vorremmo condurli in strade poco battute, sentieri ricchi di sperimentazione, e mondi musicali ricchi di dettagli da scoprire, ascolto dopo ascolto. Al contrario di quanto esprime il mio cognome, cercheremo di non farli mai annoiare. Abbiamo già qualche idea per il prossimo lavoro, ma prima ci concentreremo, inevitabilmente, sulla presentazione live di quello appena pubblicato.

Domanda Nonsense: non esiste sperimentazione senza…?

DI NOIA: …curiosità, informazione e, soprattutto, una buona dose di coraggio. 

CUCCHI: …una buona vista! Bisogna guardarsi indietro per vedere cosa abbiamo fatto, guardarsi attorno per capire cosa fanno gli altri, e poi…guardare molto molto avanti!

Intervista a cura di Cinzia Canali

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Cinzia Canali nasce a Forlì nel 1984. Dopo gli studi, si appresta a svolgere qualunque tipo di lavoro, ama scrivere e ha la casa invasa dai libri. La musica è la sua passione più grande. Gira da sempre l'Italia per seguire più live possibili, la definisce la miglior cura contro qualsiasi problema.

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