Anticipato dai singoli “Breathe” ed “Empty”, è uscito a dicembre, per Superbudda Production, Eva, l’Ep d’esordio di Anything Pointless.
Su che concetti si basa “ Eva”?
‘Eva’ si basa su moltissimi diversi concetti ai quali ho pensato e che ho elaborato nel corso della sua realizzazione. Alcuni riguardano il mio modo di concepire l’arte, altri riguardano il mio modo di concepire la realtà, altri ancora sono più specifici e riguardano il processo creativo e la capacità espressiva musicale. Tra tutti, l’elemento che lega ogni brano e che raccoglie in sé tutte le singole connessioni particolari tra le diverse tracce penso sia il concetto di contraddizione. In ogni brano c’è sempre un conflitto tra due parti, che sia musicale o concettuale, e in ogni brano questo conflitto non trova mai veramente una soluzione, né la cerca in effetti. Ho cercato di presentare il concetto di problema, i conflitti che ne scaturiscono e il caos che questi causano; mai le soluzioni.
L’Ep dura 15 minuti scarsi, è stata una scelta ben calibrata immagino.
Si, l’idea di base era di realizzare un’opera breve e immediata che esprimesse però concetti importanti. Per fare un paragone con la letteratura, considero questo EP come una poesia, relativamente breve e sintetica nella sua forma esteriore, ma molto espressiva e significativa per quanto riguarda ciò che cerca di comunicare.
Il brano “Empty” è accompagnato da un video suggestivo realizzato da c:pala. Com’è nata questa collaborazione?
La collaborazione con c:pala è nata alquanto spontaneamente. Ci siamo incrociati presso Superbudda, dove ho potuto confrontarmi con lui e vederlo all’opera su alcuni lavori, come il video di ‘Firefly’ dei Niagara, che mi hanno lasciato senza parole. Da lì è partito tutto. È stato veramente stimolante lavorare con lui: lo ammiro molto, sia come persona sia come artista.
L’intero concept grafico invece vede l’utilizzo di diversi render di statue classiche femminili. Chi è l’artefice? E come ha preso forma questo progetto?
Cy Tone ha realizzato le grafiche dell’Ep, io cercavo una forma che potesse tradurre in un’immagine ciò che volevo dire con esso. Qualcosa che fosse contraddittorio, che fosse d’impatto, che fosse strano e allo stesso tempo bello intrinsecamente. Ho pensato quindi a uno dei simboli universali dell’arte, la Venere di Milo, e l’ho proposto come idea di base a Cy, lasciandogli carta bianca — del resto non è servito dirgli altro. Lui ha immediatamente capito, interpretato e realizzato ciò che volevo esprimere e lo ha fatto in maniera eccellente, con un’umiltà e con una professionalità uniche. È stato veramente incredibile!
Che tipo di set presenti nella dimensione live?
Ho cercato di rendere l’EP live in modo che fosse riconoscibile nei suoi caratteri principali, ma allo stesso tempo non fosse una semplice riproduzione delle tracce così come sono uscite dal master. Ho cambiato certe stesure, inserendo variazioni libere all’inizio o alla fine dei brani, di modo da rendere la performance quasi un unico brano che non si ferma mai. Inoltre ho utilizzato le grafiche realizzate da Cy, rendendole parte integrante dello show, facendole interagire coi brani in modi diversi con effetti che aiutassero a rendere ancora di più il carattere del pezzo.
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Intervista a cura di Cinzia Canali