Connect with us

Hi, what are you looking for?

No New

No New – “Godere Operaio”, il nuovo lavoro del collettivo Elem

Godere operaio è il nuovo disco, pubblicato dalla Mahana Bay Label, di Elem, collettivo napoletano che ha dato vita ad un progetto audio/video sull’improvvisazione elettronica e l’arte multimediale, formato da Loredana Antonelli, Marco Messina e Fabrizio Elvetico. Nei nove brani presenti nella tracklist si sovrappongono spesso diverse voci dal contenuto politico come quelle di Gandalf il Viola, Emma Goldman e Jello Biafra.

Il Progetto Elem nasce nel 2012, quale occasione vi ha fatti incontrare?

Fummo chiamati individualmente – all’epoca c’era con noi anche Emanuele  Errante – dall’Asilo Filangieri di Napoli per suonare a sostegno di un’iniziativa politica. Ora, una delle caratteristiche fondamentali dell’Asilo sta nel favorire l’apertura, l’incontro e la cooperazione, per cui fu molto naturale cambiare i nostri programmi, decidendo di improvvisare assieme. L’esperimento andò benissimo, ci divertimmo tutti, tanto noi quanto il pubblico presente, così si formò l’idea di mettere su una band. E l’improvvisazione è rimasta un tratto distintivo del nostro modo di comporre.

Sarebbe interessante ci raccontaste come siete giunti alla scelta del titolo “Godere Operaio”.                                                                                                                                                 

Mentre cercavamo dei campioni audio da usare per il disco ci siamo imbattuti in un video su youtube dove Gandalf il viola, esponente degli indiani metropolitani, contestava un giovanissimo Massimo D’Alema segretario della FGCI, trasformando tutte le organizzazioni politiche degli anni ‘70. Potere Operaio diventava Godere Operaio; Movimento Studentesco si trasformava in Godimento Studentesco e le  Brigate Rosse diventavano Risate Rosse. Ci siamo innamorati di quel frammento audio, lo abbiamo inserito in un pezzo e poi abbiamo deciso d’incentrare l’intero lavoro sul concetto di Godere Operaio.

Questa idea di inserire frammenti di pensieri politici nei brani è un modo per veicolare certi messaggi importanti attraverso un canale più accessibile come quello della musica?

La discussione politica negli ultimi anni è diventata quasi inesistente e spesso fuorviata da notizie fasulle e finti argomenti che servono solo a distogliere l’attenzione dai problemi reali. Penso, ad esempio, al tema migranti, che in questo Paese è diventato arma di distrazione di massa. Mentre l’italiano è indotto a odiare il migrante e a ritenerlo la causa dei problemi del Paese, chi ha lucrato e lucra sulla pelle degli italiani e dei migranti se la ride e continua ad arricchirsi in modo indegno.

Nella tracklist troviamo il brano “Emma (Goldman)”, anarchica, femminista, saggista e filosofa statunitense, il cui pensiero è per certi aspetti ancora molto attuale. È anche questo che vi ha spinti a citarla nel disco?

Sì, anche. Ma anche il fatto che la sua voce ha una qualità musicale e un potere di suggestione molto particolari. Ma c’è soprattutto una sua frase che ci appartiene molto, tanto da averla parafrasata sulla copertina del disco: “If I can’t dance I don’t want to be in your revolution”. È rappresentativa proprio dell’idea di fondo che guida il nostro lavoro con ELEM: esistono due piani di lettura, uno viscerale e godibile che ne veicola un altro, più sperimentale e talvolta ostico. E questi due piani sono interdipendenti e necessari l’uno all’altro.

La scelta, invece, di inserire la cover dei Public Image Ltd, “This is religion”, com’è arrivata?

Come per molte cose di ELEM è stato un passaggio naturale, i nostri concerti sono tutti improvvisati e tendiamo a inserirci sempre cose nuove, per un concerto provammo ad inserire la voce di Lydon campionata da “This is Religion”, ci è piaciuta talmente tanto che è diventata una parte fissa del concerto, per cui ci è sembrato naturale inserire la cover nel disco. Per ovvi motivi di copyright non abbiamo potuto usare la voce del cantante dei PIL e ci siamo avvalsi dell’ottima voce di un attore napoletano, Michelangelo Dalisi.

Vista la vostra attitudine a fondere suono ed immagine, cosa dobbiamo aspettarci dai prossimi live?

Intanto che, in virtù dell’improvvisazione che riguarda anche l’immagine, non saranno mai uno uguale all’altro. Poi, che la nostra propensione alla sperimentazione potrebbe portarci a immaginare collocazioni di suono e immagine diverse da quelle classiche, frontali, tipiche del concerto, laddove lo spazio lo consenta: è già successo, proprio all’Asilo, in occasione della presentazione dell’EP.

Domanda Nonsense: quanta consapevolezza abbiamo veramente di noi stessi?

Dipende dai casi, noi per esempio siamo veramente consapevoli di essere gente poco raccomandabile!

 Intervista a cura di Cinzia Canali

Written By

Cinzia Canali nasce a Forlì nel 1984. Dopo gli studi, si appresta a svolgere qualunque tipo di lavoro, ama scrivere e ha la casa invasa dai libri. La musica è la sua passione più grande. Gira da sempre l'Italia per seguire più live possibili, la definisce la miglior cura contro qualsiasi problema.

Seguici su Facebook

Leggi anche:

No Interview

È disponibile su tutte le principali piattaforme di streaming la sesta e ultima puntata del podcast “FUORI TEMPO”, di e con MICHELANGELO VOOD prodotto da Carosello Records e...

No Interview

Da venerdì 17 maggio è disponibile su tutte le piattaforme digitali “GUAGLIONA”, il primo album di inediti di VALE LP, la giovane cantautrice napoletana che...

No Interview

KINTSUGI è il nuovo album dei VOINA, pubblicato per V4V Records (edizioni Sony/ATV Music Publishing). Questo disco viene definito come un inno alla disfatta e all’infinita voglia...

No Interview

A poche settimane dall’uscita del suo primo album “DEJAVU”, il producer multiplatino Lolloflow torna con il nuovo singolo “AMICI” uscito il 17 maggio per Flamingo...