È uscito il 23 febbraio, per Moquette Records, Motivi per uscire, il nuovo Ep del trio alt rock Gecofish. Tre inediti ed una cover, testi più introspettivi rispetto al disco precedente e sonorità punk-rock-grunge che in alcuni momenti si fondono con il pop.
In attesa del nuovo album, previsto per il 2019, abbiamo fatto quattro chiacchiere con la band lombarda.
“Motivi per uscire” è uscito da circa due mesi, i primi feedback?
Siamo molto contenti, per ora abbiamo avuto solo riscontri positivi.
Alcune recensioni erano davvero inaspettate da quanto siano riuscite a cogliere quel che volevamo raccontare con questo Ep. Evidentemente siamo riusciti a comunicare nel modo giusto. È una soddisfazione.
Un vero e proprio invito a rimboccarsi le maniche e a reagire. Con che spirito avete dato vita a questo lavoro?
Stavamo portando in giro il primo album ormai da un anno e avevamo voglia di inserire qualche nuovo pezzo per rinnovare la scaletta e dare qualcosa di nuovo a chi tornava a sentirci. Abbiamo iniziato a lavorare come sempre in sala prove mettendo insieme le idee per poi concretizzarle all’EDAC Studio con la produzione di Davide Lasala. La squadra è la stessa dell’album con Davide e Andrea Fognini (che è il nostro fonico live e fonico all’EDAC).
Per noi l’Ep è stato un modo di fermare delle cose che abbiamo capito in seguito alla registrazione di “Nonostante Tutto” e delle tante date fatte nell’anno a seguire. Abbiamo cercato di rinnovarci un po’ nello stile limando alcune cose negli arrangiamenti e rendendo il suono sempre più coerente con quello che facciamo dal vivo. Abbiamo anche provato ad osare con il singolo “Motivi per uscire” cercando una via che rasentasse il pop.
Alla fine è una tappa intermedia tra lo scorso album e quello che potrà essere il futuro. Siamo sempre propositivi nelle tematiche… come dici tu l’Ep è un invito a reagire e a continuare a fare quello in cui si crede con tutte le forze.
Nella tracklist è presente anche un pezzo di Battisti, “Una giornata uggiosa”, che, se non erro, è anche la vostra prima cover. Come mai proprio questo brano?
Prima e probabilmente unica. Non siamo mai stati tipi da cover anche perché tra noi abbiamo ascolti diversi ed è difficile mettersi d’accordo su cosa suonare. Però questo pezzo di Battisti fin dalla prima volta che l’abbiamo provato l’abbiamo sentito particolarmente vicino sia per le tematiche che per il tipo di struttura semplice e diretta. L’abbiamo suonata sempre come conclusione dei nostri live nello scorso tour e ci tenevamo a registrarla anche per omaggiare il ventennale dalla scomparsa di Lucio che si tiene quest’ anno.
Il tour di presentazione è in corso, come sta procedendo?
Molto bene! Su Fb trovi tutte le date fatte fino ad ora e quelle già pubblicate fino a Giugno. Poi più avanti butteremo fuori anche i festival estivi. Non vediamo l’ora. La dimensione live è quella che più ci rappresenta.
Se doveste associare un’immagine all’Ep, quale sarebbe?
Una fotografia mossa, confusa, buia in cui ognuno vede una storia diversa e personale.
Domanda Nonsense: a scuola eravate tipi da prima fila o da ultimo banco?
L’ultimo banco non era comunque abbastanza lontano.
Intervista a cura di Cinzia Canali
