Continua il “Qualunque cosa sia un tour” che sta portando I Segreti in giro per l’Italia per presentare l’album d’esordio “Qualunque cosa sia”, pubblicato per Futura Dischi e prodotto da Simone Sproccati che, dopo una lunga gestazione, ha dato vita ad otto brani che si muovono tra cantautorato e pop.
Egle Taccia li ha incontrati per scambiare quattro chiacchiere.
Mi raccontate la vostra storia?
Abbiamo iniziato a suonare nel 2013 con un altro nome che era I segreti di Charlotte, abbiamo poi tenuto il nome senza Charlotte, perché era un nome che rispecchiava molto bene i nostri pezzi. Abbiamo tenuto il senso del nome e attraverso un cambio di sound e di formazione siamo diventati I Segreti.
“Qualunque cosa sia” è il vostro album d’esordio. Quanto siete emozionati da questo debutto?
Siamo molto emozionati, molto, molto. Non sappiamo come andrà, speriamo che piaccia, però siamo molto contenti, siamo anche molto stupiti di come siano andate le prime canzoni, però è vero, non sappiamo quello che potrà succedere e siamo molto eccitati per questo. Speriamo bene.
Che storie ci raccontano i brani dell’album?
Nel disco le canzoni parlano tendenzialmente sempre di emozioni e di sentimenti, quindi più che di storie, di emozioni. Canzoni come “Qualunque cosa sia” e “Sofia”, sono le canzoni che rappresentano di più il disco e in cui ci ritroviamo di più sia a livello di sound che di testo. Tutto il resto delle canzoni non parla di storie, i testi sono un po’ autobiografici e un po’ no.
Il disco è prodotto da Simone Sproccati. Che tipo di lavoro avete fatto con lui?
Abbiamo fatto un lavoro molto lungo, che ci ha cambiato molto, abbiamo dovuto prendere anche delle decisioni a livello di sound, dove abbiamo privilegiato le tastiere, i synth. Dopo una preproduzione durata diversi mesi, siamo andati in studio da lui per qualche giorno e abbiamo fatto questo primo lavoro.
“L’estate sopra di noi” è un singolo che vi ha portato fortuna. Cosa ha ispirato il brano?
Il brano ha voluto raccontare la fine dell’estate e il momento dopo l’estate, in cui rimpiangi un po’ quei mesi lì. Ne parla non solo come periodo, ma anche a livello di movimenti delle facce delle persone che sono rappresentative di quel periodo, dell’estate.
Mi è sembrato che ci fossero dei riferimenti ai classici singoli dell’estate, sbaglio?
Sì. È uno strano singolo perché parla della fine dell’estate e non dell’estate. Se avesse parlato dell’estate sarebbe stato una hit singolo, in questo caso è stata un po’ una cosa diversa.
Il video del singolo è molto bello. A chi è venuta l’idea di ricreare quel mondo accompagnandolo con delle didascalie?
È frutto delle idee del videomaker Nicholas Mottola, che è anche la persona che cura la nostra immagine e le nostre grafiche. Lui in noi ha visto qualche riferimento a questo mondo anni ’80 e ha voluto mettere queste didascalie per scherzarci un po’ sopra e per prendere tutto un po’ più sull’ironico.
Domanda Nonsense: Su quale pianeta vorreste trasferirvi?
Sulla Terra, perché in questo momento non ci siamo tantissimo, siamo un po’ come proiettati in un altro pianeta, visto che ci sta succedendo tutto troppo in fretta. Abbiamo annunciato il tour del disco che conta per ora una ventina di date ed è tutto abbastanza sorprendente per noi essendo il primo tour.
Intervista a cura di Egle Taccia per Nonsense Mag