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No New – La “Giovane vecchia Italia” raccontata dai Buio Pesto

Sono la più grande band dialettale ligure degli ultimi 20 anni. Sulle spalle più di dieci dischi e centinaia e centinaia di concerti. I Buio Pesto sono tornati con un nuovo brano, Giovane vecchia Italia, pubblicato da Rusty Records. Il pezzo, supervisionato da Rocco Tanica, è dedicato alla memoria delle vittime del crollo del Ponte Morandi di Genova.

“Giovane vecchia Italia”, una cover rivisitata in cui avete inserito, proprio come fece Billy Joel con gli Stati Uniti, molti degli avvenimenti e dei personaggi che hanno segnato la Storia Italiana. Come avete ideato questo progetto?

Quando cantiamo in italiano (raro, ma succede) siamo gli unici in Italia a cantare “elenchi”. Strano, vero? Eppure lo facciamo solo noi! “Io e Te” (2015) era l’elenco di tutte le coppie che nella nostra mente, cultura o nel quotidiano non si possono scindere, proprio come “io e te”. “Buio Pesto” (1996) elencava tutte le parole che facevano rima con la parola “pesto”. “Verde” (2016) tutti gli oggetti esistenti di colore verde (che è il nostro colore sociale, ovviamente per via del pesto e del basilico)! A quel punto quel genio di Rocco Tanica mi rammenta che esiste una canzone “ad elenco” di successo mondiale. “We Didn’t Start The Fire” è l’elenco di tutti i fatti, personaggi e vicende americane dal 1949 (anno di nascita di Billy Joel) al 1989 (anno di pubblicazione della canzone). E Rocco mi suggerisce di farlo anche noi, ma con l’Italia. Ed ecco come è nata questa incredibile canzone.

Raccontateci qualcosa anche del video (un foto clip didascalico, vostro marchio di fabbrica) che accompagna il singolo.

Chi lo vede resta ammutolito. Un conto è sentire questo interminabile elenco, un conto è vederne le immagini. Com’è la nostra Italia, nel bene e nel male, meriti e demeriti, orgoglio e vergogna. Un viaggio nel tempo che paralizza la coscienza di chi lo ascolta e ipnotizza chiunque veda il videoclip, anzi, il “fotoclip”, poiché vi è un’immagine contestuale ad ogni singola parola della canzone. Ogni volta che lo mostro a qualcuno resta a bocca aperta dallo shock.

L’11 novembre vi siete esibiti all’RDS Stadium di Genova per un concerto benefico dedicato alla memoria delle vittime del crollo del Ponte Morandi, com’è andata?

Emozionante e divertente, ma soprattutto utile. L’entusiasmo contenuto dei liguri, ammutoliti e segnati a vita da questa tragedia ha reso il tutto ancora più toccante. Abbiamo regalato 100 biglietti agli sfollati ai quali è stato tributato un lunghissimo applauso spontaneo. Hanno pagato con la vita 43 persone, ma altre 700 pagheranno con la sofferenza per anni ed anni, forse per tutta la vita.

La musica, così come l’arte in generale, che potere pensate possa avere nel cercare di combattere la disumanità che sta caratterizzando il nostro Paese?

Mi dispiace, ma noi siamo coscienti che il potere dell’ “arte” in generale sia limitatissimo. Parliamo di canzoni. Durano 4 minuti, sono un’emozione passeggera, siamo un passatempo a cui si può rinunciare con facilità. A volte serve a qualcosa, ma più spesso no. Infatti facciamo beneficenza con la nostra musica, almeno serve a qualcosa di socialmente importante.

Quali sono i prossimi obiettivi artistici che vorreste raggiungere?

Tentare di andare al Festival di Sanremo (che è in Liguria…)! L’assurdo: da 28 anni consecutivi io personalmente partecipo come Direttore d’Orchestra e/o Direttore Tecnico e ne ho pure vinti 7! Ma non riesco a portarci… noi!!! Ma ce la faremo, prima o poi!

Domanda Nonsense: avete mai assaggiato il pesto rosso?

Piuttosto preferiremmo un inverno in Siberia! Sacrilegio! Il pesto è uno solo ed “È VERDE!”.

Intervista a cura di Cinzia Canali

Written By

Cinzia Canali nasce a Forlì nel 1984. Dopo gli studi, si appresta a svolgere qualunque tipo di lavoro, ama scrivere e ha la casa invasa dai libri. La musica è la sua passione più grande. Gira da sempre l'Italia per seguire più live possibili, la definisce la miglior cura contro qualsiasi problema.

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