La Spensieratezza è il disco d’esordio di Francesco Petacco, in arte Limbrunire. Non siate superficiali, non soffermatevi al titolo. Le undici tracce presenti nel disco non ruotano solo intorno al concetto di leggerezza, seppur anche di questa si parli (e menomale!), c’è molto altro. “La Spensieratezza” è un album riflessivo, a tratti nostalgico, amante delle sfumature e dei dettagli. Un bel paesaggio che merita di essere osservato.
“La Spensieratezza”, mi verrebbe da aggiungere quella sconosciuta in questo particolare momento storico…
In effetti “La Spensieratezza” non è casuale, stiamo attraversando ahimè un momento storico nel quale si è precari, vige l’incertezza, siamo punti interrogativi alla costante ricerca di risposte in costante evoluzione, siamo la versione aggiornata di noi stessi ma allo stesso tempo “obsoleti”.
Mi piacerebbe che questo disco venisse ascoltato e recepito quindi come un semplice augurio, un momento di stasi meritata, come un paesaggio conquistato sulla vetta dopo una lunga e faticosa pedalata.
“Ci divertiremo”, l’incipit del disco, ma anche l’augurio finale: un album che, tra leggerezza e profondità, lancia fondamentalmente un messaggio di speranza. Sei d’accordo?
Assolutamente, è un disco di matrice prettamente possibilista, nostalgico alle volte ma non malinconico, l’ho immaginato come una finestra aperta sul mare nelle serate estive tra cicale e zanzare, come la fuitina adolescenziale o la campanella della ricreazione!
Ci sono i synth, c’è il pop, c’è il cantautorato e c’è anche una cura notevole del dettaglio. Com’è andato il periodo di lavorazione?
È stato un lungo, intenso e bellissimo periodo di lavorazione. Sono arrivato in studio da David Campanini con circa 40/45 brani che avevo precedentemente registrato nel mio piccolo home recording, da lì sono stati scelti gli 11 brani che compongono attualmente “La Spensieratezza”.
Abbiamo ri-registrato praticamente tutto eliminando le tracce strumentali che non apportavano sostanziali miglioramenti ma piuttosto “appesantivano” il progetto, una volta alleggerito e “smussato” qua e là e perfezionato le varie take abbiamo registrato le voci.
C’è stato un lavoro dettagliato sul singolo suono, sulla singola frequenza, sulla microfonazione, sulla scelta di una macchina piuttosto che un’altra, insomma un gran bel rompicapo durato circa 6 mesi dove abbiamo tentato di dare un’impronta precisa e coerente soprattutto a livello sonoro, mantenendo una certa amalgama tra un brano e l’altro.
Parliamo pure della copertina, sei tu quel bambino, vero?
Esatto, il bambino in copertina sono io, festeggiavo probabilmente il secondo anno di vita, ero in braccio a mio padre, accanto a lui il suo batterista (mio padre è un musicista), goliardicamente mi misero una sigaretta in bocca tra grosse risate, la foto originale è molto esilarante poiché tutti ridono tranne me che mantengo comunque un certo aplomb ahahahaha.
In un’altra istantanea la sigaretta è accesa!
A questo punto raccontaci che tipo di bambino eri e come ti sei avvicinato alla musica.
Ero un bambino alquanto introverso e con qualche paura, piuttosto sensibile, ero un moto perpetuo e già da piccolo scrivevo (inconsciamente) o tamburellavo, qua e là, padelle e varie pentole soprattutto.
Mi sono avvicinato alla musica distruggendo letteralmente una batteria, dopodiché, all’età di 5 anni credo, sono salito sul palco all’insaputa di tutti e mi sono messo a suonare la batteria (del batterista tabagista), poi mi hanno regalato altre batterie percosse con irrefrenabile enfasi.
Quindi come potete ben capire c’è stata sempre un’attrazione verso le percussioni e la musica in generale.
Per quanto riguarda il tour di presentazione del disco?
Ho già fissato alcune date estive tra la Liguria e la Toscana ma il “grosso” credo e spero arrivi dall’autunno in poi. Ho particolarmente voglia di portare a zonzo un po’ di Spensieratezza, di salpare alla ricerca di terre nuove e stimolanti, di mettermi ancor più in gioco.
Ho organizzato un set elettronico per muovermi sia da solo che con la band ed eventualmente in acustico per eventi particolari dove non vi è la possibilità di spingere la cassa in 4 e pompare i bassi.
Domanda Nonsense: una serata estiva perfetta?
I fuochi d’artificio sulla piattaforma, il mare che rispecchia la Luna piena, c’è aria di festa, voci di grandi e piccini, la spiaggia è un’oasi di piedi scalzi e amore che incalza, la notte è infinita, è il film nel quale vorresti pigiare pausa e mandare in loop. Il cuore batte forte, le onde accompagnano il movimento leggero del sasso che salta sull’acqua prima di sparire a fondo, ci sono resti di pizza sul cartone aperto e birre vuote, mozziconi d’erba che s’illuminano attorno al falò, una felpa sulle spalle, la sabbia sull’asciugamano e una chitarra che risuona in lontananza, ci sono io, ci sei tu e un cielo in disparte che ci lega, wow una stella cadente, io ho espresso il mio desiderio, tu?!
Intervista a cura di Cinzia Canali