Uscito in collaborazione con Nerdsound Records e Canned Weaves, Lowlands segna il debutto discografico dei Polar Station, band synth-pop di Frosinone formata da Silvia Zambon, Cristian Angelini, Daniele Gabrielli e Manuel Bianchi. L’album è stato anticipato dai singoli “What it feels like” e “Wake up call”.
Il modo migliore per ascoltare “Lowlands”?
In macchina, in pieno inverno o forse seduti sul divano con le cuffie, magari di notte.
Come ha preso forma questo disco?
Il disco è un condensato di ciò che abbiamo realizzato da quando suoniamo insieme. Nel 2014 pubblicammo un primo Ep, seguito da un secondo, prodotto da Rolling Stone, il quale racchiudeva già una versione di Silence, che tuttavia abbiamo voluto migliorare e riproporre anche in questo disco. Come quest’ultimo, molti brani contenuti nel disco sono stati scritti alcuni anni fa e li abbiamo suonati live per molto tempo, tuttavia portarli in studio ci ha consentito di dargli una forma definitiva e che rispecchiasse ciò che quel brano significava per noi.
La realizzazione del disco è durata un paio di anni, forse un po’ troppo, ma il risultato finale ci ha soddisfatti pienamente.
Nel brano “What it feels like” le voci sembrano due e invece…?
E invece è sempre la voce di Silvia. Pesantemente elaborata, doppiata e ricucinata al punto che in molti sono convinti che sia Cristian (chitarra) che canta come un baritono. L’idea è nata cazzeggiando con alcuni effetti alle prove.
In “Ordinary life” si parla di scelte e in fondo proprio la scelta è il tema centrale di questo disco, giusto?
In un certo senso sì. Il disco parla fondamentalmente di stati d’animo, di scelte personali e del percorso in quella fase della vita che va da quando si finisce la scuola a quando si fanno i primi lavori.
Non ci sono molte situazioni “concrete” semplicemente perché pensiamo che restare un po’ vaghi permetta a chiunque di elaborare un determinato pensiero per quelle che sono le proprie esperienze personali.
Che tipo di set state progettando per il tour di presentazione?
Abbiamo ogni tipo di set. Venghino si’ori, venghino!
Il prossimo mese saremo ospiti in una radio e per l’occasione avremo una versione ridottissima del nostro strumentario. In base al tipo di evento e alle dimensioni del locale, ci siamo esibiti in duo, trio o gruppo al completo. Per le prossime uscite saremo in tre, ma probabilmente per l’estate rimetteremo su il set “grosso” con batteria per alcune occasioni.
Domanda Nonsense: il peggior difetto di ognuno di voi?
Silvia: vengo colta da momenti di estrema pigrizia che mi portano a procrastinare tutto.
Daniele: a volte mi fisso su problemi di poco conto.
Cristian: nessun difetto. Cristian è bello e dannato.
Intervista a cura di Cinzia Canali