MMM è il nuovo disco dei Mamavegas, uscito il 15 dicembre per 42 Records. Il collettivo ha dato vita ad un lavoro che unisce indie rock ed elettronica, ballate folk e psichedelia, ma anche jazz e new wave.
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con la band per avere anche qualche informazione sulle due importanti release che anticiperanno il vero e proprio tour.
Partiamo dalle origini. I Mamavegas quando e come sono nati?
Francesco: I Mamavegas nascono nel 2005 a Battipaglia, dove siamo nati e cresciuti io e mio fratello Daniele, anche se il vero luogo di nascita “spirituale” del gruppo è una casa in montagna in Sila, dove passavamo tutte le estati fin da quando eravamo bambini e dove buona parte degli Ep e dei dischi dei Mamavegas sono stati ideati, scritti, suonati e anche registrati nella prima fase.
Ci siamo trasferiti qualche anno dopo a Roma, dove abbiamo convissuto con Andrea e Marco, che hanno iniziato a suonare con noi, portando influenze che venivano dal mondo jazz, un approccio totalmente nuovo alla musica. Poi è entrato Matteo, nel 2009, e un anno dopo è entrato Emanuele a completare il quadro. Ora c’è stato un ulteriore cambio di formazione, Marco ha deciso di uscire dal gruppo e non suonerà con noi nei live di MMM, pur avendo preso parte a tutta la fase di scrittura e realizzazione del disco.
“After the fall” è il titolo del vostro nuovo singolo, accompagnato, tra l’altro, da un video decisamente surreale e suggestivo. Come ha preso forma questo brano?
Matteo: È un brano scritto di getto. Era il giorno dopo la morte di Prince, che io personalmente non ho nemmeno mai molto seguito o ascoltato, ma credo che ci sia stata una specie di riflessione involontaria sul potere del ritmo, e da questa la spinta a scrivere un pezzo basato quasi totalmente sul ritmo, con gli altri strumenti messi interamente a servizio della parte percussiva di batteria e timbales (strumento che mai avremmo immaginato di usare in un nostro disco).
È un modo di scrivere e arrangiare molto poco mamavegas, tendiamo a dare più peso agli incastri strumentali, a gestire pieni e vuoti più con elementi armonici che non ritmici. Ma è sembrata funzionare da subito, e con questo cantato un po’ sgraziato e new wave ci è parso un pezzo molto “nuovo” per noi, tanto che poi abbiamo deciso di lasciare la mia voce, che pur essendo decisamente meno “Voce” di quella del nostro cantante Emanuele, in questo pezzo sembrava rendere meglio l’idea che c’era alla base.
Ovviamente l’idea di avere un cantante diverso in una canzone, un singolo tra l’altro, ci faceva molto strano, ma poi ha vinto il principio generale per cui il bene della canzone deve prevalere su tutto.
Per il video ci siamo affidati interamente a Marco Riccardi, gli abbiamo dato carta bianca, essendo stati molto contenti del video che aveva girato con noi per “Wonder Tortilla”, e lui ha colto in modo molto divertente l’aspetto psichedelico e grottesco del pezzo.
È appena uscito il nuovo disco. Cosa vi rende più orgogliosi di questo lavoro?
Matteo: Sicuramente il fatto di averlo realizzato interamente da soli: abbiamo registrato e mixato tutto nel nostro studio, il The White Lodge a Roma, trasformando man mano i provini in preproduzioni, le preproduzioni in disco (con il tocco finale però di Andrea Suriani, che ha masterizzato). Non c’è stato un momento in cui “siamo entrati in studio”. Siamo sempre stati in studio sostanzialmente, e questo ci ha permesso di mantenere su disco alcuni elementi di spontaneità che a volte si perdono nel momento in cui si riparte da zero. E ovviamente ci ha permesso di dedicare una cura maniacale a ogni piccolo dettaglio, di integrare il missaggio con la scrittura e l’arrangiamento. È stato come avere uno strumento in più.
Un altro aspetto di cui siamo veramente felici è la collaborazione con Andrea “Spentriu” Rinaldi, un artista che ha curato tutto l’aspetto grafico del disco. E non solo: uscirà a breve un video ideato e diretto da lui. L’idea era quella di una collaborazione totale, di identificare interamente l’estetica di MMM con il suo immaginario artistico, e il suo modo di lavorare è stato veramente un valore aggiunto a tutto il processo di creazione di questo album, è stato praticamente un membro della band per un periodo, ci siamo sentiti ogni giorno per mesi, soprattutto per preparare il video: vedendolo si capirà perché il lavoro di preparazione sia stato così lungo e intenso. È stata probabilmente una delle cose più belle che abbiamo fatto, ne siamo orgogliosi sul serio.
“MMM” sarà presentato con due show speciali a Milano e a Roma. Cosa dobbiamo aspettarci?
Francesco: I Mamavegas: il divertimento di suonare insieme, e di trasmettere il piacere che abbiamo nel farlo, con la spinta in più che viene dal fatto che è da tanto che non suoniamo dal vivo, essendoci fermati per dedicarci al disco, e che non vediamo veramente l’ora di tornare sul palco.
Questa è una risposta che può apparire generica, ma è davvero divertente suonare questo disco, ce ne siamo resi conto appena siamo entrati in sala e abbiamo iniziato a provare i pezzi, alcuni dei quali non erano stati suonati “live” nella veste che hanno preso durante le registrazioni.
C’è molto spazio per giocare con gli strumenti, c’è un impianto di batteria e elettronica che lascia respirare gli altri elementi in un modo che rende le canzoni veramente molto suonabili, e crediamo che questo si vedrà dal vivo.
Per questo tour saremo in 5, e i brani di MMM sono anche per questo pensati con meno chitarre e più elettronica. Ci saranno un po’ meno cambi di strumenti rispetto al passato anche per questo motivo, era una nostra caratteristica, che non sparisce ma che con meno elementi a ruotare chiaramente sarà meno evidente.
Quale fattore ritenete sia più importante per mantenere una buona sinergia di gruppo?
Matteo: Tutti quei fattori che sono alla base di qualsiasi collaborazione, in ambito lavorativo o di amicizia, o ibridi come il caso di una band: il rispetto, l’ascolto, la voglia di condividere, la passione, difficile dire quale sia più importante, sono pilastri che lavorano insieme.
È da tanto tempo che suoniamo insieme, e ci sono momenti in cui gli stimoli cambiano, l’entusiasmo iniziale si trasforma in altro, e gli anni passano, sia come band che come persone, e esattamente come in una storia d’amore bisogna avere l’intelligenza di seguire questi mutamenti e adattarsi per continuare a tenere un clima sereno e produttivo; per adesso ci siamo riusciti, continuiamo a stare bene tra noi, ad avere voglia di andare in giro a suonare, di scrivere, di sbatterci per portare fuori la nostra musica.
E poi continuiamo a scrivere tutti, e questo sicuramente ci aiuta a sentirci sempre tutti coinvolti in ogni processo, c’è un po’ di ognuno di noi in ogni cosa che facciamo, a prescindere da chi la fa.
Domanda Nonsense: chi di voi cucina meglio? Piatto forte?
Francesco: C’è grande eterogeneità di livelli: si va dallo zero totale di qualcuno di cui non si fanno nomi che si nutre quasi esclusivamente di pizza al taglio e junk food fino alle raffinatezze di Daniele, indiscutibilmente il miglior cuoco del gruppo; tra i fattori importanti di cui si parlava prima andrebbero in effetti citate le cene spettacolari che ci prepara quando si lavora.
Per quanto riguarda il piatto forte andrei sul piatto forte collettivo: un rituale fondamentale nella nostra storia sono le grigliate di carne, ovviamente accompagnate da parecchi litri di vino, che sono senz’altro i momenti di riflessione, di coesione, a volte anche di scrittura, più importanti per i Mamavegas.
Intervista a cura di Cinzia Canali