Si intitola t.i.n.a. l’album d’esordio dei Moblon, trio romano post-beat-rock che debutta per Bravo Dischi. Un lavoro tendenzialmente rock che vede Giulia Laurenzi alla voce, chitarre e pianoforte, Stefano Veloci al basso e ai cori e Flavio Gamboni alla batteria e ai cori.
“t.i.n.a.” è l’acronimo di “Tutti I Nostri Alieni”, che poco ha a che vedere con gli extraterrestri…
Sì, non sono i marziani, ma i nostri “alieni”, appunto.
Ciò che l’uomo crea, da cui quindi si separa, proviene e viene meno. Quando si crea qualcosa di talmente ideale che diviene estraneo, e, sacralizzato, ci sostituisce. Siamo noi a discendere da quel che si è creato. Così vale per traumi, sentimenti, figli, qualsiasi cosa che da dentro a fuori possa essere un massacro e un divenire.
(Poi ci sono i “marxiani”, come il “moblon” di Tretti, ovvero gli “alieni” che sono oggetti alienanti, ma questo non ci riguarda.)
Com’è possibile, secondo voi, ritrovarsi nella “società del niente” attuale?
Siamo sospesi, ritrovarsi è possibile solo buttandosi da qualche parte. Gettarsi davvero, fidarsi del buio. Eccedere. Andare fuori. Accedere all’unica cosa determinabile.
Per “società del niente” intendi società vuota? Allora basta horror vacui. Facciamo almeno una cosa fatta bene, fino in fondo. Serve coraggio di fare niente.
I brani di questo disco sono stati scritti in un arco di tempo molto lungo, alcuni risalgono addirittura a dieci anni fa…
Quasi dieci anni fa, sì. Una parola al giorno. Non c’era tempo per fare di più, eravamo impegnati a consegnare pizze a Storyville. Il rammarico è quello di non aver pazientato 40 anni, per poter dire “Ora basta!”
“Era spaziale” è uno dei pezzi più forti di questo lavoro. Si parla della solitudine tipica dell’era digitale. Voi che rapporto avete con lo schermo degli smartphone?
Ogni tanto facciamo un T9 ma perlopiù siamo missionari.
Per chi volesse ascoltare questo nuovo album dal vivo?
Di live elettrici completi ne abbiamo appena fatto uno il 7 ottobre al Saltatempo di Genazzano, da definire poi un giro a sud, mentre il 20 gennaio saremo al circolo Ohibò di Milano e lungo la strada qualche altra cosa la faremo.
Domanda Nonsense: l’era del digitale è morta. Avete tra le mani l’ultima copia di “t.i.n.a.”, unica e introvabile. Come ve la giocate per aggiudicarvela?
Giusto, aspettiamo pazientemente che a Brian Wilson torni l’udito da un orecchio, per incidere “Bed only knows” e spaccarci sopra l’ultima copia di “There Is No Alternative”.
Intervista a cura di Cinzia Canali