Grenoble 1998 è l’EP d’esordio dei Deux Alpes, duo milanese di musica elettronica, formato da Giuseppe ed Edoardo. Il disco è un concept che descrive in musica la tappa del Tour De France del 1998, vinta dal grande Marco Pantani.
Edoardo ha risposto a qualche nostra domanda.
Nel vostro ultimo singolo, intitolato “Étoile”, ripercorrete, in musica, l’impresa di Pantani al Tour De France del 1998. Cosa vi colpì di più di quel momento?
La cosa interessante è che a ispirare il brano e l’intero EP è stato il ricordo di quel momento. All’epoca avevamo dodici e tredici anni, entrambi seguimmo la tappa da Grenoble a Les Deux Alpes come se fosse una finale dei mondiali ed eravamo emozionati e inconsapevoli, come solo dei ragazzini possono essere. Con questo progetto abbiamo ripercorso quel momento e l’abbiamo riletto al di là di un semplice racconto di cronaca sportiva, trovando delle similitudini tra le caratteristiche di una tappa di ciclismo su strada e musica elettronica. Il risultato viene molto bene espresso nel video che abbiamo pubblicato qualche settimana fa: a noi interessava mostrare come il ritmo della pedalata fosse lo stesso della cassa in 4 dei nostri brani, che la tensione dei muscoli delle gambe dei ciclisti fosse la stessa che ti fa ballare, e che le salite e le discese della strada fossero simili alle salite e le discese dell’intensità degli arrangiamenti. Infine, la parabola personale di Pantani raggiungeva in quella tappa il suo apice positivo: ci è sembrato interessante raccontare una storia, ed è quello che deve fare la musica.
Anche lo stesso Ep, uscito lo scorso autunno, ha come sfondo questo tema, tanto che lo avete intitolato “Grenoble 1998”. Deduco che la passione per lo sport non vi manchi…
Ci interessa rileggere lo sport, analizzarlo e trovare una nuova forma per raccontarlo. In questo caso abbiamo deciso di creare un concept EP che raccontasse in musica quella tappa del tour del ’98. Da bravi trentenni siamo rimasti romanticamente legati allo sport della nostra infanzia ovvero quello degli anni ’90.
A febbraio avete, invece, remixato un brano di BirØ, “Lupi”. Che nuova veste avete dato al pezzo?
Ci piace pensare di averlo “deuxalpizzato” ma sostanzialmente non l’abbiamo snaturato. È rimasto un pezzo piuttosto cattivo, cupo, ritmato. Abbiamo accentuato le parti melodiche e tagliato qualcosa qua e là.
Come sono nati i Deux Alpes?
Venivamo entrambi da progetti diversi più o meno attivi. Due anni fa Giuseppe mi invitò a collaborare ad un EP che compose e fece suonare a un collettivo di artisti, “Gli Ultimi Cosmonauti”. Ci trovammo bene e decidemmo di inventarci un duo elettronico con sonorità pop, ballabili ma con un sound energico, tirato.
Prossimi passi?
Abbiamo molte cose in ballo, “Grenoble 1998” è andato molto bene per essere un’opera prima ma siamo già pronti ad andare oltre e proporre qualcosa di nuovo. Dopo l’estate vorremmo ributtarci in studio, non abbiamo ancora date certe ma le idee e il materiale è pronto per vedere la luce.
Domanda Nonsense: da bambini sognavate di diventare…?
Volevo diventare uno scrittore, Giuseppe un astronauta.
Intervista a cura di Cinzia Canali