“L‘Ennesimo è quando capisci che non c’hai capito niente.
L’Ennesimo è momenti passati trascritti in musica, fotografie di dentro e fuori illuminate da chitarre acustiche, sintetizzatori e batterie elettroniche.
L’Ennesimo è Paolo da Cosenza”.
Tanta voglia di comunicare e raccontarsi in Senape, l’Ep d’esordio di L’Ennesimo, cantautore calabrese.
“Senape” è il tuo primo lavoro da solista, come sono nati i brani contenuti all’interno?
Questi brani sono nati girando per le strade, suonando, perdendo aerei, perdendoci tempo. Alle volte certe idee sono cosi forti che diventano canzoni, altre volte le cose del mondo che sono entrate dentro me iniziano a starmi strette e per stare meglio le faccio diventare canzoni. Diciamo che in “Senape” ho messo un po’ di me, ma soprattutto un po’ di altri.
Ed io che canto quello che penso ma non mi caghi se non vado in tv…per fortuna, negli ultimi anni, molti artisti della cosiddetta “scena indipendente” stanno finalmente riscuotendo il meritato successo. Cosa ne pensi?
Quest’ondata è stata un riflettore su tante realtà che da anni lavorano duramente e penso sia una cosa buona e giusta. Ci sono persone che fanno quello che fanno con tanto amore ed è sempre bello vedere vincere chi realmente merita.
Hai da poco aperto il live di Gazzelle. Che esperienza è stata?
È stato molto figo perché mi sono sentito a casa, ero pronto e non vedevo l’ora di salire su quel palco e suonare le mie canzoni. Una bella esperienza, poi Gazzelle non se la tira come dicono in giro, è stato gentile.
Quale aspetto nel fare musica ti entusiasma di più?
La musica e le belle persone intorno.
Prossimo obiettivo da raggiungere?
Ne ho tanti, di certo i più importanti sono pubblicare un nuovo lavoro e dare una forma definitiva a tutti i brani che ho scritto in questi quasi due anni di attività.
Domanda Nonsense: tanto per restare in tema, l’ennesima giornata di merda si conclude con un bel…?
Con un bel garbuglio di parole e note in testa che non riesci a sciogliere.
Intervista a cura di Cinzia Canali