Martedì 20 marzo, in occasione del quindicesimo anniversario della scomparsa di Giorgio Gaber, al cantiere del teatro Lirico di Milano viene presentato in anteprima il nuovo album dell’artista, “Le donne di ora”. L’album contiene l’omonimo inedito, diretto e arrangiato da Ivano Fossati.
I due artisti si conoscono negli anni ’80, quando Fossati si presenta da Gaber con l’idea di “teatralizzare” i suoi concerti. Dopo anni di amicizia, nel 2001, Gaber decide di affidare a Fossati la produzione di “La mia generazione ha perso”, ma non è stata possibile una collaborazione in quel momento, quindi con questo lavoro, in un certo senso, il cerchio si chiude.
L’album uscirà il prossimo 23 marzo e, oltre all’inedito, conterrà 14 tracce selezionate e remasterizzate da Ivano Fossati.
La selezione non è stata difficile, racconta Fossati, perché la produzione di Gaber comprende tantissime canzoni meravigliose, ma è una fase delicata perché brani diversi affiancati tra loro assumono significati diversi.
«Ho sentito il bisogno di presentare un lavoro del genere in maniera leggera, quasi “tascabile”, lasciare fuori certe canzoni non è stato facile, ma ho creduto di fare un percorso logico affinché le canzoni si potessero agganciare a quello che è il motivo per cui Gaber è grande».
Quello che troviamo nel disco è soprattutto il Gaber pre teatro-canzone, anche se Fossati attraverso la raccolta vuole eliminare l’idea che ci siano due Gaber, uno precedente e uno successivo all’opera, come spesso si tende a considerare.
«Volevo saldare il Gaber prima maniera con quello del teatro-canzone. Secondo me non esistono due Gaber diversi, quello del 1958 aveva lo stesso talento di quello degli anni Settanta» dice Fossati, «Mi sono reso conto che i miei studenti hanno un’idea altissima di Gaber, ma non conoscono bene le sue canzoni. Ho anche capito che rifiutano di avvicinarsi a grandi autori del passato per colpa di un suono che avvertono come non contemporaneo. Così abbiamo lavorato come i restauratori fanno con i quadri del Cinquecento per far rivivere i colori originari. Abbiamo ripulito digitalmente quelle registrazioni da rumori e opacità, senza mai tradire la sua meravigliosa voce».
“Le donne di ora” è stato scritto nella primavera del 2002 e registrato a novembre dello stesso anno.
«Mi sono chiesto perché Giorgio non l’avesse messa nel disco, e ho pensato che non gli piacesse. Poi ho scoperto che voleva addirittura farne un singolo. E ho capito: non gli piaceva l’arrangiamento che ne avevano fatto, qualcosa nella struttura non funzionava: troppa introduzione, qualche lungaggine, qualche ripetizione poco utile» racconta Fossati, e da qui la scelta di riarrangiarlo e portarlo alla luce. La canzone riflette benissimo la produzione musicale dell’artista. Parla del difficile rapporto tra uomo e donna, tema delicato e decisamente inflazionato, ma lo affronta in modo ironico e leggero, lasciando comunque trasparire pensieri tutt’altro che leggeri. E’ una canzone moderna che potrebbe essere stata scritta anche oggi.
La scelta del luogo, sicuramente atipico per una presentazione, è tutt’altro che casuale. Il teatro lirico è stato uno dei protagonisti indiscussi dell’attività culturale milanese, ed ha ospitato nel tempo anche diversi concerti dello stesso Gaber. Chiuso ormai dagli anni novanta, si prepara alla riapertura e sarà titolato proprio al signor G.
Tracce
- Le donne di ora
- Ciao ti dirò
- Non arrossire
- La ballata dei Cerutti
- Le strade di notte
- Porta Romana
- Le nostre serate
- Te lo leggo negli occhi
- Chissà dove te ne vai
- Com’è bella la città
- Ora che non son più innamorato
- Il conformista
- Quando sarò capace d’amare
- Si può
- L’illogica allegria