Martedì 13 marzo, via della Penitenza, Lungotevere Farnesina. Il Teatro Stanze Segrete è una Wunderkammer con attori uccelli rari, attori pesci e attori filosofi a due teste: una sala, con tanto di soppalco e scala, comunicante con un’altra piccola sala che funge da platea. Il pubblico può stare dentro o fuori, guardare gli attori o il loro riflesso attraverso molteplici specchi.
In queste “Stanze Segrete” Ennio Coltorti ha riportato in scena l’accurata piece di Maricla Boggio, da titolo “Il Sogno di Nietzsche”: una raccolta ad acquerello di teorie, affermazioni ed episodi della vita del filosofo, in particolare l’innamoramento per Lou Salomè (Adriana Ortolani), studentessa russa di filosofia, e il triangolo tra lui, lei e l’amico Paul Rée (Jesus Emiliano Coltorti), finalizzato allo studio, ma fondato sulla negazione del reciproco desiderio.
Un travaglio mentale ed emotivo, dove Nietzsche cerca di rifondare una regia della propria esistenza emotiva, senza riuscirci, approdando a una forma di stanca follia, che facilmente si confonde con il delirio di onnipotenza. Un racconto sul controllo e sulle sue conseguenze.
Mettere sul palco la filosofia è pericoloso sotto tutti i punti di vista: è facile essere ridondanti, superficiali o troppo complessi. Nonostante questo, lo spettacolo funziona e si regge sulla meravigliosa interpretazione di tutti gli attori. In più, il tipo di coinvolgimento che permette una struttura di questo tipo restituisce grazia a ogni aspetto, anche a minuscoli dettagli che sicuramente non intaccano la bellezza dello spettacolo, come il modo forse un po’ troppo brusco con cui le musiche entrano ed escono.
Il Nietzsche in scena è sublime: intenso e affascinante, interpretato in maniera raffinata e brillante. Coinvolgenti e credibili anche Adriana Ortolani e Jesus Emiliano Coltorti, nonostante i ruoli così particolari. In poche parole, uno spettacolo interessante, riuscito e anche un’ottima occasione per scoprire il Teatro Stanze Segrete.
