“Ho perduto Palermo nel vento dei tropici
Ho trovato l’inferno nel bar sotto casa mia”
Si apre con “Ci diamo un bacio” la data catanese del tour dei Dimartino, che tornati nella formazione originaria con Simona Norato, ci trasmettono dalle prime note il loro stato di grazia. “Afrodite” è il loro nuovo album, un album che rispecchia la loro impronta, ma che si modernizza nei suoni, grazie anche alla produzione di Matteo Cantaluppi. Sono ore di pura energia quelle che ci regala la formazione, grazie al jolly Norato, che vediamo impegnata su vari strumenti e che va ad aggiungere quel tocco in più che porta i suoni ad un livello oserei dire di perfezione.
Si prosegue con l’opener di “Afrodite”, “Giorni Buoni”, e finalmente arriva il momento dei saluti iniziali e di un piccolo aneddoto sul brano “La luna e il Bingo”, che racconta di due ragazzi della periferia della loro città che hanno bevuto una bottiglia di vodka e hanno scambiato l’insegna del Bingo per la luna. Subito dopo, qualche brano del passato come “Cercasi anima” torna a farci compagnia, seguita da “Liberaci dal male”.
Arriva il momento di uno dei brani più sentiti del nuovo album, “Feste comandate”, brano che parla di attesa e di paternità, che Dimartino dedica a due persone speciali tra il pubblico. Subito dopo arriva il duetto con Simona Norato su “I Calendari”, seguita da “Ormai siamo troppo giovani”.
A questo punto Dimartino ci racconta un altro aneddoto. Tornando al proprio paese, una sera si fermò a fare benzina e vide una ragazza che ballava sul tetto di una macchina, mentre i motorini la illuminavano. Ad un certo punto gli si è avvicinata e gli ha chiesto di alzare il volume della sua autoradio, che trasmetteva una samba. Così nacque “Daniela balla la samba”.
È il momento del singolo che ha anticipato l’uscita di “Afrodite”, “Cuoreintero”, che viene accolto con molto calore dalla sala e che rappresenta un ponte tra il passato e il futuro della formazione, con suoni moderni, che però richiamano sia la tradizione della band che echi battistiani.
Si prosegue con “Pesce d’Aprile” che mi fa riflettere su quanto sia importante il ritorno di Simona Norato, che ha portato la formazione a dei suoni ideali, potentissimi e arricchiti da numerosi strumenti, sia nella linea melodica che in quella ritmica. Questi quattro musicisti sanno trasmettere la voglia di stare sul palco, grazie all’abilità di ognuno di loro nel far uscire il meglio dai propri strumenti. Il concerto si avvia verso la fine con “Maledetto autunno”, “Non siamo gli alberi”, “Venga il tuo regno”.
È tempo anche di messaggi importanti. Dimartino ci spiega che Afrodite era la protettrice dei naviganti e che quando ha scritto questo pezzo non avrebbe mai potuto immaginare quello che sarebbe successo quest’anno. “Questa canzone è un’utopia”: “Niente da dichiarare”.
Il live si chiude con “Amore sociale” e con quella nostalgia che ti prende quando un concerto perfetto si conclude.
Report a cura di Egle Taccia
