James Senese e i Napoli Centrale, un act storico della scena fusion italiana reincarnatosi più volte nel corso degli anni ed oggi composto da Ernesto Vitolo alle tastiere, Gigi de Rienzo al basso ed Agostino Marangolo alla batteria. Non servono altri dettagli per presentare una band che nel corso degli anni, col suo unico mix di sound internazionale, fatto di jazz e rock unito al sentimento della più illustre tradizione partenopea, ha contribuito con classe e discrezione a dare lustro alla scena musicale italiana.
L’occasione di assistere dal vivo all’esibizione di simili giganti della musica made in Italy in un piccolo ma meraviglioso club come la Latteria Molloy di Brescia era troppo invitante: ciò che ci attendevamo era un concerto intimo se non addirittura confidenziale, a stretto contatto con questi meravigliosi artisti, e le nostre aspettative sono stare più che soddisfatte.
Lo show a dire il vero inizia con una mezz’ora di ritardo sulla tabella di marcia: il pubblico di Brescia, grande amante del calcio, intuisce che la band stia festeggiando la bella vittoria del Napoli e invoca bonariamente James e soci, che alle 22:45 si presentano sul palco con aria complice e decisamente soddisfatta.
Non resta che aprire le danze in grande stile per quasi due ore di grande spettacolo, imperniato com’era lecito attendersi sulla recente doppia antologia dal vivo “Aspettanno o’ tiempo”, riuscita raccolta dei più significativi brani dei Napoli Centrale nell’arco di cinquant’anni di carriera. La band apprezza visibilmente il clima della Latteria: il clima raccolto permette ai presenti di scorgere ed apprezzare i silenziosi sguardi e cenni d’intesa con cui questo quartetto di meravigliosi musicisti coordina il proprio spettacolo, con Senese furbescamente sornione che guida l’orchestra e coordina il lavoro dei fonici con pochi, significativi gesti.
In una fredda e piovosa serata autunnale, i Napoli Centrale portano a Brescia il clima mediterraneo ed il calore partenopeo stabilendo subito un non troppo inatteso gemellaggio con la gaudente ed accogliente città della Leonessa: l’esibizione si rivela entusiasmante dall’inizio alla fine, con la band in assoluto stato di grazia.
Dotati di una tecnica sopraffina e di un’intesa incredibile, i Napoli Centrale mettono le loro impareggiabili doti tecniche al servizio del puro sentimento, mandando in estasi il caloroso pubblico di una Latteria gremita: che siano brani dedicati alla loro terra, all’amore, a indimenticabili amici come Pino Daniele – la splendida “Chi tene ‘o mare”, uno dei momenti clou della serata – o alla bellezza e alla poesia che possiamo comunque trovare nelle nostre vite, James Senese e la sua band incantano e rapiscono totalmente i presenti con la loro capacità di raccontare la realtà all’interno di un suggestivo romanzo musicale.
Sono tante le lingue utilizzate dai Napoli Centrale, con ognuno degli strumenti munito di un preciso ruolo all’interno di una commedia agrodolce che va ben al di là del palco e James Senese primattore poliglotta, capace di parlare al pubblico ora col sax tenore o soprano, ora con la sua voce da cantastorie/poeta viaggiatore, roca e furba come quella di chi tanto ha girato e vissuto qua e là per il mondo. “Alhambra”, “‘ngazzate nire”, “Dint’o core” e tutti i brani proposti in questa magica serata sono canzoni che, seppur parlate in un dialetto partenopeo non sempre traducibile, vengono comprese ed amate da tutto il pubblico presente, profondamente toccato dall’intensità interpretativa con le quali il quartetto fa dono ai presenti di queste emozioni narrate in in musica.
Il segreto in fondo sta tutto qui: figlio di due grandi culture nato in una terra di mare che è ancora oggi un importante punto d’incontro fra mondi lontanissimi, nonché luogo magico legato alle energie più profonde della Terra nella quale passato e presente dialogano dando vita ad un’arte universale e senza tempo, James Senese ed i suoi Napoli Centrale sono una delle più splendide espressioni di una cultura dell’apertura e dell’incontro, portatori impliciti di un messaggio universale ed allo stesso tempo definiti da un’identità ricca, costruitasi nella propria lunga carriera attraverso scambi di idee e visioni fra musicisti di ogni dove.
Un messaggio universale, aperto ad ogni Paese e cultura, che ha consentito alla band di farsi apprezzare in ogni dove e che risulta oggi più attuale che mai: in un mondo dove (anti)logiche assurde introducono divisione ed odio, l’arte profonda di gruppi fusion come i Napoli Centrale mostra come la contaminazione culturale e l’universalità delle più positive pulsioni umane possa dar vita ad una bellezza superiore, che riunisca persone di origini diverse accomunate dall’amore per la più grande musica.
Quella del 2 novembre a Brescia è stata un’esibizione di stile e classe pura, nata non solamente dalla straordinaria tecnica e bravura di un formidabile manipolo di artisti, ma dalla loro profonda, adorabile umanità che ha portato tutto il pubblico a parlare e cantare in una sola lingua universale. Grazie quindi a James, Gigi, Ernesto ed Agostino per questa splendida lezione di musica e vita che i Napoli Centrale, nelle loro diverse formazioni, ci impartiscono da ormai mezzo secolo.
