9 Febbraio 2019 – Acireale (Ct)
Mentre l’ultima serata di Sanremo tiene incollati milioni di telespettatori al televisore, in Sicilia una folla indefinita di persone si dirige verso Acireale per l’ultima data del tour invernale di Calcutta, che sta presentando live il suo ultimo album “Evergreen”.
L’aria di festa si intuisce sin da subito, un pienone incredibile, considerate anche le ridotte dimensioni del palco. Nell’attesa dell’inizio del live veniamo intrattenuti dal canale di Bomba Dischi che ci propone musica e video.
Il pubblico è giovanissimo e riempie ogni angolo del Pal’Art Hotel in attesa del nostro Edoardo, che in pochissimo tempo è riuscito a raggiungere numeri che altri suoi colleghi si sognano, puntando sulla semplicità e su uno stile di scrittura inimitabile.
Iniziato il concerto ci rendiamo conto di avere di fronte una persona diversa rispetto a quella che avevamo conosciuto nel precedente tour. Più spigliato, più chiacchierone e molto più sicuro di sé, ci presenta quelli che sono i capolavori di una generazione.
Calcutta è un genio e chi avesse ancora dei dubbi ha perso l’occasione di scoprirlo in questi live, dove i cori del pubblico, uniti alla sua voce, creano una vera magia.
Il segreto di questo artista è quello di essere una presenza rassicurante, di intercettare i sentimenti di intere generazioni e di portarli nei suoi brani, dove è facile riconoscersi, nonostante o grazie ai suoi nonsense, caratteristica di un linguaggio che si può decifrare solo immergendosi in un mondo fatto di riferimenti a cose, oggetti o persone che fanno parte della vita di tutti i giorni delle persone comuni.
L’essere una persona comune, vestirsi e parlare come se fosse capitato lì per caso, il suo mood da anti rockstar, ci rappresentano un nuovo modo di gestire e rapportarsi al successo, quasi non vedendolo, non facendoci troppo caso.
Sul palco con lui è una festa. È come se ci trovassimo in un gigantesco locale di periferia, dove lui e i suoi amici musicisti ci propongono i loro pezzi. La sensazione è di azzeramento delle distanze, quasi come se fosse lì per ognuno di noi, quasi come se ci riconoscesse.
Appena parte la musica lo vediamo arrivare senza troppi effetti speciali. Alle sue spalle delle immagini tra l’amatoriale e il quotidiano ci raccontano la sua vita e ci strappano più volte il sorriso, vedendo apparire le star di Bomba Dischi impegnate a regalarci scene buffe.
Si parte con “Briciole”, “Kiwi” e “Orgasmo” tratti da “Evergreen” e sulle ultime note saluta il pubblico e inizia a scherzare sul lancio di un kiwi sul palco che “per poco non mi ammazzava. Per fortuna non mi avete lanciato orgasmi. Per la prossima lanciatemi cani”, e subito dopo esegue uno dei pezzi più commoventi del suo repertorio dal titolo “Cane”.
Sul palco troviamo anche Colombre ed una band eccezionale, con tanto di coro con la scritta “coro” sulle magliette. Questo delle magliette è uno dei tanti modi in cui riesce ad essere speciale con l’ovvio, di come l’artista riesca a trasformare anche le cose più banali in arte.
I cori del pubblico lo sovrastano completamente sulle note di “Tachipirina” e mi accorgo di come mai prima di stasera nessuno abbia ricevuto un’accoglienza simile in questo luogo. Quello di Calcutta è un successo che forse potremo comprendere appieno tra un decennio.
C’è anche un momento in solo, dove esegue voce e chitarra “Amarena” e “Pomezia”, in un intimo confronto col suo pubblico. Dopo un siparietto da ultima data col suo backliner, che ci regala a sorpresa un brano, e i cori su “Cosa mi manchi a fare”, ci rendiamo conto che le sorprese non sono finite qui e che c’è un ospite su “Oroscopo”, l’altro talento di Bomba Dischi Francesco De Leo. Il brano viene annunciato da un video in cui appaiono Fiorello e Paolo Fox.
Ci si avvia verso il finale e Calcutta ci saluta sulle note dei suoi più grandi successi: “Gaetano”, “Frosinone” e “Pesto”.
Un concerto di Calcutta è qualcosa di unico, puoi cantare a squarciagola e puoi provare quella spensieratezza che solo un certo tipo di musica può regalare.
Lo attendiamo sulle date estive, certi che non mancherà di regalarci altre serate tutte da cantare.
Report a cura di Egle Taccia
