Le Vibrazioni sono da poco (e direi finalmente) tornate con un nuovo album e sono in tour per tutta Italia per presentare i nuovi brani contenuti nella recente pubblicazione, che ha segnato il loro ritorno sulle scene, dal titolo “V”. Siamo andati ad ascoltarli nella loro data catanese al Land, che li ha visti esibirsi in un live adrenalinico, dove il pubblico ha cantato a squarciagola sia i pezzi del loro repertorio storico, che quelli dell’ultimo album.
Si presentano carichi sul palco e anche visibilmente felici ed emozionati nel suonare in Sicilia, terra a cui sono legati a filo doppio. Sulle note di “Raggio di sole” il pubblico esplode. Si prosegue con “Se” che anticipa una confessione di Sarcina, dove il carismatico leader della band spiega la sua ansia da prestazione, che si trasforma in malessere, ogni volta che viene in Sicilia. Sembra che puntualmente, prima di venire qui, venga colto da un calo di voce, che anche stasera è arrivato impietoso. A dire il vero pochi hanno notato questo malessere, visto che la sua potenza vocale ha inondato il club per tutta la durata del live. L’emozione dev’essere tanta, visto che poco dopo Sarcina presenta un pezzo che però non è quello previsto in scaletta e la band lo prende simpaticamente in giro, in un clima goliardico e festoso che accompagnerà tutta la durata del concerto.
Osservando il pubblico mi accorgo di quante generazioni siano presenti in sala. Molti bambini, che probabilmente hanno ereditato la passione per la band dai genitori, si scatenano e cantano divertiti; tanti i ragazzi e tanti i trentenni e quarantenni, chiaramente fan della prima ora della band, tra i quali mi riconosco anch’io, sono il segno della trasversalità della formazione e dell’universalità dei loro pezzi. Non cattura l’attenzione solo il talento compositivo, ma anche la potenza della band dal vivo, capace di portare sul palco un’ondata di vero rock, con una batteria tiratissima e chitarre incandescenti, accompagnate da una linea di basso superlativa, tanto da raggiungere volumi altissimi che spesso hanno fatto tremare la sala. Come in un’esplosione si susseguono tutti i brani storici della band ed è come fare un viaggio nei giorni più spensierati della propria vita. C’è anche il tempo di una riflessione sulla guerra, ragionando su quanto, nonostante la tecnologia, l’essere umano sia rimasto preistorico. “E’ impossibile pensare che ancora oggi ci siano bambini in mezzo alla strada” dice Sarcina.
In scaletta brani come “Ovunque Andrò”, “Insolita”, “Sono più sereno”, “In una notte d’estate”, “Dedicato a te”, “Così sbagliato”.
I bis vengono acclamati per un finale a volumi altissimi, tanto da far vibrare gli amplificatori, e il pubblico urla a squarciagola sulle note di “Vieni da me”, che mettono a dura prova il calo di voce di Sarcina, nonostante lui tiri al limite la sua estensione vocale, per proseguire “Su un altro pianeta”.
Il live finisce e la sensazione è che il tempo stasera sia volato. La band si riconferma una certezza nella nostra musica. A dispetto delle mode del momento che vedono le chitarre in stand by, la formazione ci ricorda di quanto sia fondamentale il rock nelle nostre vite.
Report a cura di Egle Taccia