Un grande party, questa è la migliore definizione che si possa dare della serata dell’11 novembre al Druso (Bergamo) che ha visto come protagonisti i Mellow Mood aperti dai Catch a Fyah.
Entrambe le band sono originarie di Pordenone e si occupano di reggae; inutile dire che i Mellow Mood hanno fama internazionale e al momento stanno portando i loro ritmi e la loro festa in tutto il mondo: dalla Colombia, all’America, alla Francia, al Druso.
E quali sono gli ingredienti necessari perchè una grande festa possa definirsi tale? Semplice.
Tanta gente, un’ospite speciale, l’attesa, ed ovviamente buona musica.
Per quanto riguarda il pubblico dire che venerdì il locale, che contiene quasi 300 persone, fosse colmo è quasi un eufemismo. Gente di tutte le età si è accalcata per circa un’ora e mezza sotto al palco. Io, che me ne stavo in disparte ad osservare, ho potuto notare come lì sotto si trovassero le persone più disparate: dai ragazzini di 16 anni con il tipico cappellino con i colori giamaicani in testa fino ad arrivare ad insospettabili signori vestiti di tutto punto che ballavano al ritmo del reggae italiano.
Presente anche l’ospite d’onore: venerdì tra noi c’era infatti anche la campionessa olimpica Martina Caironi e dall’alto del palco i due gemelli cantanti le hanno dedicato diversi pezzi mentre lei veniva portata in spalla da alcuni amici ed incitava noi tutti a cantare insieme.
E poi la musica. I Mellow Mood hanno eseguito una performance energica, coinvolgente ma soprattutto allegra:difficile uscire da un concerto simile di cattivo umore. I sei componenti della band hanno cantato, suonato, ballato e saltato per un tutto il concerto, ed il pubblico con loro. Le canzoni dei loro quattro album si sono susseguite senza sosta e mi ha molto stupito vedere come le persone le conoscessero praticamente tutte, nonostante i testi abbastanza difficili ma soprattutto velocissimi.
Non sono un’amante del genere reggae, ma venerdì quando me ne sono andata ho avuto l’impressione di aver partecipato ad una bellissima festa, divertente quanto esagitata sia per chi si trovava lì soltanto di passaggio sia per tutti quelli che erano venuti apposta per questa data lombarda.
B.Zamboni
