È una vicenda personale particolare ed abbastanza enigmatica quella di Andrea Donzella, cantautore milanese originario di Palermo classe 1967, giunto al debutto discografico solo alla fine del 2018 con questo struggente album intitolato “Maschere”, di cui ci accingiamo a scrivere.
Un artwork suggestivo, con un bel ritratto stilizzato del cantante che sembra proteggere dallo sguardo torvo di una massa di occhi inquietanti alcuni importanti simboli della bellezza e del tempo, ci introduce ad un’opera personale ricca di sentimento ed introspezione: componendo musiche inscritte nel filone classico del rock per adulti figlio degli anni ’80 – l’autore cita fra i suoi riferimenti gente come Supertramp, Toto e Alan Parsons, ma in lui ritroviamo anche il sound di illustri protagonisti italiani dell’epoca come Alberto Fortis, Ivano Fossati e Lucio Dalla – Donzella dà voce ai suoi pensieri più profondi, giungendo ad un bilancio esistenziale e ripercorrendo alcune particolari situazioni di interazione sociale che, nella sua vita come in quella di ogni essere umano, hanno portato l’io protagonista a fare quel passo indietro, scendendo a quei compromessi che sono le “Maschere” di cui per l’appunto parla quest’album.
Con uno stile fatto di garbo e poesia, unito a quella grinta acquisita negli anni che lo ha finalmente convinto a dar voce in prima persona al proprio talento, Donzella ci propone un’opera evergreen, dal sapore sotto certi aspetti retrò ma nella quale ritroviamo tematiche fondamentali in cui ogni ascoltatore dotato di sensibilità potrà riconoscere una parte della propria vita: dalle rinunce alle difficoltà nei rapporti interpersonali, dagli errori quotidiani alle difficoltà di essere genitore, in queste otto canzoni l’autore vince ogni pudore e si mette finalmente in gioco esprimendo la propria sensibilità ed un gusto musicale davvero raffinato, tanto nel canto melodioso, mirato a far risaltare l’intimismo dei testi, quanto negli stilemi musicali molto curati e ricchi di dettagli raffinati, in primis l’uso delle chitarre con frequenti escursioni fra AOR e prog.
Si potrebbe pensare che “Maschere”, per via del gusto e del sound chiaramente figlio di tale periodo, sia un’album proveniente direttamente dagli eighties, ma in realtà questi brani sono stati composti da Andrea fra il 2017 ed il 2018: come abbiamo avuto modo di sostenere anche in altre recensioni, ci sembra un approccio errato giudicare un disco per la forma retrò del suo approccio stilistico, così come ci sembra illogico definire banalmente fuori moda stilemi compositivi che qualche anno fa avrebbero probabilmente portato un disco come “Maschere” in buone posizioni di classifica.
Ciò che conta è la sensibilità ed il percorso umano ed artistico del compositore e possiamo solo essere contenti che Andrea Donzella abbia questa volta deciso di non tenere nel cassetto questi otto preziosi brani, lasciando le “Maschere” a queste storie di vita vissuta e pubblicando un’opera senza compromessi attraverso la quale farsi finalmente conoscere al pubblico.
Tracklist:
- Mille cose da salvare
- Quante volte avrei voluto
- Ogni volta io
- La vita è così
- Non ci sei
- Ho fatto tutto
- Non è successo niente
- Se tornerai