Abbiamo atteso qualche settimana per recensire ed assimilare “Assume Form”, l’ultima fatica discografica di James Blake uscita a metà gennaio 2019 che ha sorpreso molti addetti ai lavori per le atmosfere assai diverse dal solito: emerge da subito un mood assai maggiormente improntato su un senso di serenità ed armonia, in un album che suona davvero assai lontano dallo struggimento di opere come “The Colour in Anything” od “Overgrown” e che in molti hanno bollato come svolta “pop” da parte dell’artista, complici alcune sorprendenti e riuscite comparsate come quella della new sensation Rosalia o di André 3000.
La chiave di lettura di “Assume Form” può a buon titolo riassumersi nell’essenziale ed elegante artwork del disco, in cui l’autore sembra riemergere dall’oscurità così come il titolo e le canzoni, quasi confuse con il background notturno che in ogni caso domina la copertina: James Blake, personaggio introverso e dall’immagine languida, si apre sorprendentemente al proprio pubblico, parlando in tutta serenità della propria visione dell’amore e dei sentimenti, guardando con serenità al proprio passato e parlando apertamente delle proprie esperienze ed errori. Un flusso di coscienza artistico ed umano che prosegue il discorso iniziato con i precedenti album, con la sola, non marginale differenza che stavolta l’artista sceglie di abbassare la guardia, mostrandoci una personalità più solare e calorosa rispetto a quanto ascoltato in passato: se l’essenziale minimalismo del suo sound e della sua splendida voce rimane, ciò che Blake ha cambiato è la lunghezza d’onda con la quale ha scelto di esprimersi, per cui i suoni risultano oggi essere più caldi ed avvolgenti e le atmosfere che ne risultano molto più accoglienti rispetto all’universo sonoro di freddo e diafano cristallo al quale ci aveva abituato finora.
Così facendo, brani come “Assume Form”, “Can’t Believe The Way We Flow” e “Lullaby For My Insomniac” – solo per citare quelli che per noi sono stati i brani più significativi dell’album – ci rivelano come James Blake sia riuscito a mantenere il proprio stile ed identità, riuscendo allo stesso tempo a rielaborarsi, a ri-assumere una nuova e più luminosa forma artistica che ci consente di scoprire un aspetto diverso della sua personalità che in precedenza non aveva potuto o voluto rivelare al proprio pubblico.
“Assume Form” dunque può sì essere considerato un disco più “pop” rispetto ai precedenti non per scelte artistiche ruffiane, bensì per il modo in cui il nostro si apre mostrando finalmente il suo lato meno spigoloso e facile da approcciare, mentre la classe e lo stile, improntate su ritmi languidi e minimali dalla forte connotazione intima e spirituale, rimangono tuttavia gli stessi ai quali ci ha abituati ormai dieci anni, con la sola differenza che è una notte armoniosamente serena, quella che James Blake ci canta in quest’ultima opera.
Tracklist
- Assume Form
- Mile High (ft. Travis Scott & Metro Boomin)
- Tell Them (ft. Moses Sumney & Metro Boomin)
- Into The Red
- Barefoot In The Park (ft. Rosalia)
- Can’t Believe The Way We Flow
- Are You In Love?
- Where’s The Catch (ft. André 3000)
- I’ll Come Too
- Power On
- Don’t Miss It
- Lullaby For My Insomniac