Ne abbiamo lette di ogni sorta su Billie Eilish O’Connell – “Eilish” è il secondo nome, l’equivalente gaelico di Elizabeth – giovane ed assai alternativa cantautrice divenuta un caso interessante anche in Italia, complice un’inusuale rotazione radiofonica dei suoi brani anche su emittenti non propriamente legate al suo mondo musicale. Un caso strano che ci sembra ricondursi a quanto accaduto negli ultimi anni con il grande boom di artiste ormai affermate all’unanimità come Lana del Rey e Lorde.
Un filone di autrici impostesi artisticamente a livello mainstream grazie ad un fascino derivante non solo dalla propria giovane bellezza, quanto da una visione acuta e particolare del mondo, figlia di intelligenza, sensibilità artistica ed indubbio talento: non solo personaggi da copertina, dunque, bensì personalità forti, fresche ed interessanti capaci di proporre musica fuori dagli schemi standard delle logiche commerciali, pur ottenendo ottimi riscontri in fatto di vendite.
Ad ogni modo: perché questo cappello introduttivo e non andiamo subito al sodo con il disco? La risposta nasce dal fatto di voler dare una chiave interpretativa corretta per quello che, anticipiamolo pure, riteniamo essere un album davvero interessante a livello musicale, che rischia di essere oscurato dal “personaggio Billie Eilish”: con una breve ricerca è facile scoprire che la giovane cantautrice è 1) figlia di due eminenti personalità del mondo dello spettacolo, 2) modella, 3) affetta da sindrome di Tourette, 4) ha avuto un’infanzia particolare ed apparentemente affatto felice, 5) è una tipa decisamente senza peli sulla lingua. Billie è insomma una ragazza cresciuta in un contesto molto anomalo e non necessariamente privilegiato, che l’ha portata, dopo una serie di brani ed EP che hanno lasciato il segno nel recente periodo, a pubblicare con la produzione e l’aiuto del fratello Finneas il suo LP di debutto.
“When We All Fall Asleep, Where Do We Go?” è un album che lascia spiazzati: pubblicato da Darkroom e dall’immancabile Interscope, la sola label capace di osare tanto in campo mainstream, il debut di Billie Eilish è un’opera che di primo acchito lascia perplessi, per l’atmosfera cupa e genuinamente disturbante di alcuni brani, enfatizzata da alcune scelte musicali azzardate, con distorsioni e volumi tali in alcuni brani da averci fatto pensare di aver ricevuto una copia difettosa dell’album, dubbio in seguito sfatato con un opportuno riascolto online.
Il mix di generi contenuto nel disco va essenzialmente da un cantaurorato emo/pop di base al gothic elettronico, passando per il rap e la trap: un insieme assai spesso spiazzante e frammentario attraverso il quale Billie e Finneas si divertono a stravolgere e fare a pezzi il comune senso della melodia. Sarà forse il modo in cui il producer cerca di trasporre in musica o semplicemente di accompagnare i tic della sorella, ma, dopo un primo impatto perplimente, ciò che dobbiamo constatare è che i 14 pezzi di “When We All Fall Asleep, Where Do We Go?” funzionano: le basi non sono un’accozzaglia casuale, ma un lavoro sapiente e mirato a valorizzare il cantato lento e sommesso di Billie Eilish, che nella musica e nell’autotune sembra aver trovato il suo modo di esprimersi e di uscire dalla propria discomfort zone.
Tuttavia, il successo di singoli dal ritmo oscuro e disturbante (“Bad Guy”, “Bury a Friend”), testi politicamente scorretti (“All The Good Girls Go To Hell” “Wish You Were Gay”) rischia di coprire un po’ troppo la poliedricità di un album realizzato senza costrizioni, che ci mostra le tante sfaccettature della personalità di Billie: sarebbe ingiusto sottovalutare la dolcezza di canzoni come “When The Party Is Over”, delicato pezzo al pianoforte con cori quasi da chiesa che insieme a “Listen Before I Go” e “I Love You” ci ha ricordato il lirismo di Fiona Apple, il divertissement all’ukulele di “8” (stucchevole, ma in fondo con un suo perché), o la danzabilità elettropop di “Ilomilo”.
Intendiamoci, non ci sentiamo di definire “When We All Fall Asleep, Where Do We Go?” un capolavoro a livello assoluto o un must have, tuttavia siamo rimasti molto colpiti dall’originalità e dalla sfrontatezza con cui Billie e Finneas hanno dato vita ad una sorta di concept bipolare, che esprime la visione disorientata del mondo contemporaneo di una ragazza particolarmente sensibile ed acuta, che non ha paura di esprimersi e di osare tanto nei testi quanto nella musica. Forse nei mesi a venire ci ritroveremo a cambiare idea e giungeremo a capire che ciò che oggi ci sembra a tratti acerbo fosse semplicemente avanti; ciò nonostante, quello che consigliamo è di non lasciarsi intimorire dall’inquietante ragazza in copertina, andando ad indagare cosa si nasconde nell’ombra di quella stanza: sarà in ogni caso un’esperienza interessante ed insolita.
Tracklist:
- !!!!!!!
- Bad Guy
- Xanny
- You Should See Me In A Crown
- All The Good Girls Go To Hell
- Wish You Were Gay
- When The Party’s Over
- 8
- My Strange Addiction
- Bury A Friend
- Ilomilo
- Listen Before I Go
- I Love You
- Goodbye