Il classico esempio di come l’eleganza spesso si celi dietro alla semplicità dell’essere, del mostrarsi, dell’agire. Il canto dell’ape, il nuovo disco della cantautrice pugliese Rita Zingariello, è tutto questo.
Pop pregiato e canzone d’autore, sonorità a tratti vintage e un’elettronica che, al contrario delle mode del momento, aiuta solo ad esaltare il suono degli strumenti acustici. E poi c’è la voce soave di Rita a dare valore ai testi, intimi racconti uniti da una prorompente voglia di rinascita, parole semplici nonostante la banalità qui non sia di casa. Istinto, amore e verità, tanta verità. La stessa che rende l’ascoltatore protagonista di quelle storie, non può essere altrimenti.
Il disco, grazie anche alla fidata collaborazione di Vincenzo Cristallo, Leo Zagariello e Angelo Nigro, risulta un vero gioiellino d’altri tempi, da ascoltare e riascoltare poiché ogni volta si può apprezzare un dettaglio sfuggito all’ascolto precedente e così via.
In “Il canto dell’ape” è facile ritrovare la teatralità di Cristina Donà, un accenno alla voce di Margherita Vicario, ma soprattutto è evidente la cura del dettaglio, l’attenzione, la passione.
Risulta ostico privilegiare alcuni brani rispetto ad altri, ma sicuramente meritano un piccolo posto d’onore il brano che dà il titolo all’album, Il canto dell’ape, Ribes nero e Risalire.
Attenzione! Fragile, maneggiare con cura.
TRACKLIST
- Amsterdam
- Il canto dell’ape
- Ballo ferma
- Spalanca
- Senza nota sul finale
- Preferisco l’inverno
- Il gioco della neve
- Sicure simmetrie
- Ribes nero
- Simili e contrari
- Il bacio con la terra
- Risalire
Recensione a cura di Cinzia Canali
