Sembra che i Full Of Hell abbiano davvero l’inferno dentro: vera e propria new thing della scena grindcore e powerviolence mondiale, il giovane combo del Maryland vanta una frenetica attività live e in studio, coronata quest’anno dall’ottimo album Trumpeting Ecstasy. La loro è una battaglia senza esclusione di colpi, espressione di un feroce e sincero nichilismo sonoro, combattuta anche con l’arma della sperimentazione. Parallelamente alla propria produzione, infatti, la band ha all’attivo alcune collaborazioni di spessore: in primo luogo con il noisemaker giapponese Merzbow (Full Of Hell & Merzbow, 2014), successivamente con il folle combo noise/sludge The Body (One Day You Will Ache Like I Ache, 2016). Quest’ultima accoppiata, particolarmente spiazzante, è stata riproposta sulla breve distanza con un nuovo full length collaborativo fra le due band, intitolato Ascending a Mountain of Heavy Light.
Il retroterra di questa uscita targata Thrill Jockey è chiaro indice del proprio contenuto: parliamo di musica estrema, nel senso più puro del termine. La materia musicale è infatti dissezionata ed esasperata alle sue estreme conseguenze, per un risultato finale che non solo non lascia spazio ad alcun compromesso con il mercato, ma rinuncia a qualsivoglia legame con la forma canzone, la forma album e la musica canonicamente intesa. La ricetta è più o meno quella proposta nell’album dello scorso anno, e già espressa nell’iniziale “Light Penetrates”: batterie programmate, ossessive e marziali, elettronica industrial, chitarre come presse idrauliche, screaming urticante in pieno stile The Body, a cui di tanto in tanto si sovrappongono i momenti sludge/grind che caratterizzato il suono dei Full Of Hell. L’ago della bilancia pende, a turno, per i trademark dell’una o dell’altra compagine favorendo spesso il duo di Portland: se “Earth is A Cage” riesce a giustapporli, le stranianti “The Kind Laid Bare” e “Our Love Conducted With Shields Asoft”, frammenti di puro rumorismo industriale, sono al 100% composizioni dei The Body. Le sfuriate metalliche dei Full Of Hell sono limitate a episodi ristretti e comunque rivisitati, compressi e dilatati, quasi sempre fagocitati da un parossismo sonoro che non lascia prigionieri, allo stesso tempo pars construens e pars destruens di un album dall’incedere pesante come un macigno.
Ascending a Mountain of Heavy Light è dunque un’uscita di difficile assimilazione: The Body e Full Of Hell sono progetti permeati da un’attitudine così radicale da parlare un linguaggio adatto a pochi. Una creatura sonora così mostruosa è adatta solo a chi ha i mezzi per affrontarla, non solo sul piano acustico ma anche su quello delle idee (non è detto, ad esempio, che chi apprezza gli album dei Full Of Hell possa digerirla facilmente). Ma le intenzioni delle due anime del progetto sembrano essere proprio queste: concentrare su supporto audio la propria verve nichilista, brutale e terroristica, poco importa la ricezione del prodotto. In questo senso, l’obbiettivo non può che dirsi raggiunto.