Il 24 novembre scorso gli Opus 3000 hanno pubblicato ‘Benevolence’. Opus 3000 è un vero e proprio progetto che coinvolge la pianista Gloria Campaner, il produttore e percussionista Francesco Leali ed il violoncellista e bassista Alessandro Branca.
Realizzato con il supporto del MiBACT e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura” (Ed. 2016), ‘Benevolence’ è stato presentato in anteprima all’interno del calendario della Milano Music Week a fine 2017.
Secondo il trio, il disco è un “esperimento di imperfezione e di introspezione” dove il pianoforte di Gloria Campaner ed il violoncello di Alessandro Branca confluiscono nelle toccanti e al contempo aspre sonorità elettroniche di Francesco Leali: otto tracce in bilico tra un mondo onirico e distopico riassunte nel video del singolo omonimo realizzato da Vittorio Bonaffini alle pendici dell’Etna.
Siamo d’accordo, poiché già ad un primo ascolto l’album appare come un vero e proprio concept realizzato per guidare l’ascoltatore verso scenari lontani. Registrato nel corso del 2017 a Milano, il primo lavoro del trio italiano riesce nell’intento di rendere eterogenee atmosfere all’apparenza distanti. Non è semplice unire ruvidità ad accordi delicati. ‘Benevolence’ sembra provenire da un universo parallelo in cui vigono regole nuove, dettate in modo diverso dai singoli componenti del gruppo, i quali provengono tutti da una formazione classica (e si sente!) ma che non disdegnano tinte forti e sperimentazione. E’ paradossale, ma questi brani sono carezze pungenti al limite dell’estremismo. Non è un caso che il progetto sia nato dall’idea di avvicinare linguaggi solo apparentemente distanti quali il classico e l’elettronico. Un ‘voyage au debut de la nuit’ d’avanguardia, per l’ascoltatore affascinato da una contaminazione audace che passa attraverso la classicità di pianoforte e violoncello. Gli Opus 3000 vogliono spostare le coordinate convenzionali e dare nuove direzioni grazie ad un progetto assolutamente riuscito che svelerà – senz’altro – altre sorprese dal vivo.
Recensione a cura di Emanuela Borgatta Dunnett